The Hollywood Reporter Roma. Le metafore sportive sono sempre le più utili e funzionali a spiegare le cose semplici e fondamentali della vita e queste quattro parole hanno preso vita e senso in questi 12 mesi come nessuno avrebbe immaginato. Nel calcio si dice “solo la maglia” per intendere un’identità e un’appartenenza che va al di là dei singoli nomi ma che da questi sono formate e plasmate.
Rileggo il saluto pubblico di Concita De Gregorio con gratitudine e ammirazione. In quelle parole c’è dentro lo spirito di un’avventura a cui daremo continuità, c’è un modo di essere, di pensare e proporsi che è innovativo e rivoluzionario.
Lo stesso alla base del sogno dell’editore Gian Marco Sandri, che ognuno di noi ha declinato secondo le proprie sensibilità.
E tornando allo sport, immagino questo momento come un’istantanea iconica, quella di Coppi e Bartali uno davanti all’altro, che si passano la borraccia.
In quella foto vedo un anno straordinario che ho vissuto come vicedirettore, un anno di sfide vinte e di sacrifici, ma anche il futuro, la continuità di una scelta che non riguarda solo me, ma un intero gruppo di lavoro. A partire da Pino Gagliardi, vicedirettore d’assalto, continuando con Roberto Brunelli, il motore della redazione, e ancora Livia Paccarié e Manuela Santacatterina che con il loro rigore appassionato hanno saputo compiere imprese anche fisicamente difficili.
Non posso dimenticare Martina Barone e la sua curiosità creativa, Damiano D’Agostino, cercatore di ori nascosti nelle nuove culture e tecnologie, le ultime arrivate ma non meno importanti Viola Baldi e Valeria Verbaro, che ci sorprendono ogni giorno con il loro talento, i veloci e puntuali Nadia Cazzaniga, Pietro Cecioni e Heide Lund, nostro ponte linguistico con gli Stati Uniti. La segretaria di redazione che risolve ogni tipo di problema, Silvia Sartucci, e il nostro IT Michele Dellerba, che cavalca il cyberspazio e la tecnologia per permetterci di lavorare al meglio. E con loro tutta la squadra che non firma ma è fondamentale, tutti coloro che si sono avvicendati in questi mesi. E i tanti e preziosi collaboratori. Una spina dorsale di una schiena dritta che si è plasmata in un anno straordinario e che sono una legacy e un’ipoteca sul futuro che dobbiamo e vogliamo onorare.
Perché loro sono il futuro, non solo per la giovane media anagrafica della redazione, ma perché rappresentano, senza falsa modestia, il meglio di questa professione. Per abnegazione, capacità, impegno.
Come Michel Piccoli in Habemus Papam sento la grandezza e l’importanza del ruolo che assumo oggi e della fiducia accordatami ringrazio profondamente l’editore Gian Marco Sandri, il padre visionario e coraggioso di quest’avventura. Sogno di rendere questo gruppo ancora più forte e capace di essere centrale nel dibattito culturale, cinematografico, artistico, giornalistico, sociale di questo paese, e non solo. Di continuare nell’internazionalizzazione glocal – solo apparentemente un ossimoro – di quello che non vuole essere solo una testata, ma una galassia in cui tutti, nelle nostre speranze e obiettivi, vorranno gravitare.
Parlo di galassia perché The Hollywood Reporter lo è (e lo sarà ancora di più nei prossimi mesi e anni), un’unica grande redazione che ha le sue radici in tre continenti e con cui collaboreremo ancora di più e ancora più strettamente, come potrete vedere nei prossimi festival internazionali e come già potete scorgere sulle nostre pagine e su quelle della casa madre, che si contaminano le une con le altre ogni giorno. E per questo sarà bello e motivante lavorare con la direzione formata da Nekesa Mumby Moody e Maer Roshan, Degen Pener, con Kevin Cassidy e Scott Roxborough e il resto della grande famiglia targata THR.
L’ambizione è quella di crescere, di cercare una strada fatta di dialogo con le migliori istituzioni artistiche del paese e di inchieste, di eventi che portino novità e discussione e di riflessioni che scuotano l’ambiente e lo coinvolgano, facendo tornare il giornalismo culturale una piazza in cui ci si confronta e non una battaglia di ego.
Recentemente abbiamo visto un bel lavoro televisivo, La storia, tratto dal capolavoro di Elsa Morante. Un’opera che programmaticamente, fin dalla scelta editoriale e industriale del prezzo di vendita, si poneva l’obiettivo di parlare a tutti. Ci riuscì, alimentando più di un anno di dibattiti, scontri, appassionate diatribe quotidiane. Grazie a una stampa che vedeva intellettuali straordinari, da Pasolini a Sciascia, non rinunciare mai a intervenire sul qui e oggi, in un mondo che le torri d’avorio le abbatteva.
Usare diversi media e piattaforme, per coinvolgere ogni parte della società, a partire dalle giovani generazioni, in un percorso di crescita, conoscenza e scoperta. Il mondo sta cambiando e noi abbiamo voglia di capirlo, raccontarlo e ovviamente sfidarlo.
Sono abituato a far parlare i fatti, ma nel futuro vedo una community che si incontra e confronta, dal vivo, in iniziative di diversa natura, un festival permanente e itinerante, nuove forme di narrazione, audio e video, format da sperimentare, il superamento dei vecchi schemi di un giornalismo, non solo cinematografico, che sta vivendo un periodo di profondo e radicale cambiamento. Un dialogo costante tra Rete e carta, che superi entrambe.
E allora vi chiedo solo di rimanere con noi, anzi di moltiplicarvi. Di essere parte, tutti, dagli addetti ai lavori ai semplici appassionati, del nostro dibattito interno, di essere pungolo e proposta, non solo come lettori ma come parte di una realtà, di essere impietosi nei giudizi e generosi nella partecipazione.
Auguro al gruppo meraviglioso che mi appresto a condurre di essere degno del proprio talento e a me di saper essere all’altezza della loro passione e bravura.
Viva il cinema, viva l’arte, viva The Hollywood Reporter Roma. E grazie a chi in quest’anno ha dato il massimo perché ora si possa continuare a sognare così come a chi rimane e so che raddoppierà gli sforzi per andare verso l’infinito e oltre.
Il saluto dell’editore di The Hollywood Reporter Roma Gian Marco Sandri
Gentili Lettori,
Oggi, vorrei condividere con voi un pensiero di Alan Turing che personalmente trovo molto stimolante: “…a volte sono le persone che nessuno immagina possano fare certe cose, quelle che fanno cose che nessuno può immaginare…” Queste parole risuonano profondamente con il mio approccio alla vita e al lavoro, ispirandomi a esplorare territori inesplorati e a perseguire visioni a volte ardite.
In questo contesto, desidero esprimere il mio sincero apprezzamento per Boris Sollazzo, che avrà l’onore di guidare The Hollywood Reporter Roma come faro di eccellenza mondiale per la diffusione culturale nel mondo dell’’entertainment, cinema e lifestyle.
La sua visione e la sua profonda competenza nel campo cinematografico, unita a un approccio di gestione improntato alla gentilezza, l’amore per la famiglia e i bambini che rappresentano il futuro, saranno fondamentali nel trasmettere e valorizzare la cultura italiana a livello internazionale.
La sua indipendenza e integrità intellettuale saranno le chiavi per consolidare e far crescere una squadra sempre più interconnessa e attenta alle dinamiche globali. Guardo con fiducia e aspettativa alle nuove altezze che insieme raggiungeremo.
Buon inizio!
Un saluto affettuoso a tutti voi lettori.
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