Pif come al solito aveva già previsto tutto. Chiamando il suo programma Caro marziano, aveva già ben chiaro cosa sarebbe stata la Rai di oggi. Un po’ più a destra rispetto al passato. Con tantissime conferme, molte, forse troppe, e qualche nuovo innesto del tutto naturale, per non dire ovvio. Del resto Meloni e Salvini hanno vinto le elezioni, bisogna pure fare largo a chi ha dovuto aspettare uno, o a volte più turni. Succede sempre così in Rai. Puntuale. Ad ogni cambio di Governo. Berlusconi, D’Alema, Veltroni, Renzi, Conte, Meloni, poco importa. In Rai lo spoil system post elezioni c’e sempre stato. A livello dirigenziale, ovvio, e conseguentemente anche tra i talent.
Pif e la riserva indiana
Non eravamo abituati, però, che colpisse persino Rai3. E ora Pierfrancesco Diliberto, orfano di Fabio Fazio, Luciana Littizzetto, Lucia Annunziata, Massimo Gramellini, Bianca Berlinguer, potrà finalmente sentirsi un vero e proprio marziano? “Sarò la cellula dormiente della sinistra, ma non sarò il solo, ci sarà qualche altro marziano” indicandomi con gli occhi Riccardo Iacona, Sigfrido Ranucci e Marco Damilano che si aggirano come i protagonisti di Dead Man Walking tra starlet in vistosi abiti da sera e giornalisti in doppio petto blu di ordinanza.
“La verità e che la Rai sopravvive a tutto e a tutti. Effettivamente quest’anno hanno osato spostare i confini di quella che è sempre stata Rai3. Il fortino della sinistra. Una cosa che per anni nessuno ha mai osato fare. A me finché sono libero di fare le cose che voglio va bene. E se non è cambiato nulla la linea me la dovrebbe ancora dare Blob e io la dovrei poi passare a Il Cavallo e la Torre di Marco Damilano. Quindi dovrei muovermi ancora nella riserva indiana” conclude il regista di La mafia uccide solo d’estate.
E a proposito della tribù di Rai3 indicata a chi scrive da Pif, i suoi componenti se ne sono stati per tutto il tempo in disparte, ai margini del photocall allestito dall’azienda per dare modo ai fotografi e ai giornalisti di dare, a tutti i talent accorsi a Napoli, i famosi due minuti di celebrità. Riccardo Iacona e Marco Damilano visibilmente spaesati, si cercavano con gli occhi, cercavano di far gruppo, si guardavano forse per cercar l’uno nell’altro un po’ di conforto.
I superstiti di Rai 3
“Vediamo cosa succede – risponde Riccardo Iacona agguantando una tartina del misero buffet allestito nel cortile del Centro di Produzione napoletano -. Intanto tutto quello che sarà è figlio di una riforma che ha rotto gli spazi editoriali cosi come li abbiamo sempre vissuti. Prima le reti si dividevano per compagini culturali, adesso la divisione non è per canale ma per genere – ci spiega il conduttore di Presa Diretta che partirà il 28 agosto per otto puntate -. Non mi sento di stare in una riserva indiana, anzi farò di tutto affinché il programma abbia ancora più forte la sua identità di libertà. Saremo più determinati di prima. Certo adesso avrò dei vicini di palinsesto nuovi e non più quelli che stimavo tantissimo”.
Più equidistante la risposta di Marco Damilano: “Si possono fare esperimenti, cambiamenti, ma alla fine c’è il pubblico che da un lato è lento ad accettare le novità e dall’altro, è molto rapido a capire cosa gli piace e cosa no. Sarà una prova”. E alla domanda se rimpiange di aver abbandonato Propaganda dove televisivamente è nato risponde: “Mi manca perché è un luogo del cuore, ma non è che un cambio di linea editoriale mi farà tornare”.
Subito dopo ecco Sigfrido Ranucci, che grazie alle domande di THR Roma viene salvato dalla morsa del collega della tv di Unicusano che tenta, da diversi minuti, di convincerlo della bontà del suo editore preso di mira da una recente inchiesta di Report. Con gli occhi pieni di gratitudine risponde circa la fuga dei celebri colleghi dalla nuova Rai3: “Ho perso delle persone che reputo amici come Fabio Fazio e Lucia Annunziata. Sarà una grande mancanza per la rete. Report però ha un pubblico molto fidelizzato e sarà per noi una sfida conquistare altri spettatori. Siamo il primo programma di approfondimento giornalistico televisivo italiano, anche nelle repliche. Questo vuol dire che c’è gente che ama, che vuole e che desidera le nostre inchieste. Questo non credo che potrà cambiare.”
Il Tango di Luisella Costamagna
Sui transfughi della rete Luisella Costamagna ha le idee chiare: “Penso siano state scelte personali e in alcuni casi anche sofferte. Detto questo ben venga un po’ di mobilità e vitalità nel mondo televisivo. Io sono 30 anni che giro per tutte le reti. Per quanto riguarda me ho carta bianca (ironia della sorte) nel nuovo progetto e piena disponibilità da parte della direzione degli approfondimenti, quindi me la giocherò fino in fondo” – precisa sorseggiando del caldo prosecco la padrona di casa di Tango, in onda il lunedì sera in seconda serata dal 2 ottobre su Rai2 – “Non ho mai ragionato per pregiudizi ma anzi ne sono sempre stata oggetto. Nel momento che dovrebbe esserci qualche condizionamento prometto che sarete i primi con cui parlerò. Ho sempre pensato che il mio editore fosse solo il pubblico che gode di tutta la mia stima”. Della serie io ballo sola e continuerò al farlo anche in futuro.
Pino Insegno, tanto rumore per un vecchio format e una sostituzione?
L’uomo del giorno della presentazione dei palinsesti nel centro di produzione Rai è stato Pino Insegno, molto amico di Giorgia Meloni, tenuto in grande considerazione anche dall’Amministratore Delegato Roberto Sergio, tanto da tornare in treno insieme. L’ex componente della Premiata Ditta è stato il talent in assoluto più inseguito dai giornalisti. Tutti volevano sapere da lui qualcosa. Ma che cosa? Se è vero che è amico di Giorgia? Si. Se andrà a trovarla ancora a Palazzo? Probabilmente si. Nessuno che gli chieda qualcosa del “nuovo” lavoro.
Per lui la tv pubblica ha rispolverato un vecchio format, Il mercante in fiera, che vedrà la luce dal 18 settembre al 22 dicembre nell’access prime time di Rai2. “Le polemiche? Non vedo polemiche. Devo semplicemente dimostrare in campo quello che valgo, sono 40 anni che faccio questo mestiere” ha risposto all’assedio dei cronisti il doppiatore di Will Ferrell, Viggo Mortensen, Liev Schreiber, Michael Shannon e Sacha Baron Cohen che settimana prossima sarà in sala a registrare la voce italiana di Jamie Foxx.
Il suo programma è apparso per la prima volta nel 2006 su Italia1, un game show di cui molti si ricordano solo per via della sexy gatta nera Ainette Stephens (anche lei dovrebbe essere riconfermata). Dal primo gennaio invece Insegno passerà al preserale di Rai1 con L’Eredità al posto di Flavio Insinna (che ritorna alla fiction).
La nuova Rai
È quindi il problema dei duri e puri della Rai che fu può mai essere rappresentato dal ritorno di Insegno nel servizio pubblico? Se proprio è necessario preoccuparsi, potrebbe inquietare la striscia informativa quotidiana data a Filippo Facci alle 12.55, prima del Tg2, in onda dal 18 settembre, dall’originalissimo titolo I Facci vostri. O si potrebbe parlare dell’inossidabile e blindatissimo Bruno Vespa che tornerà dall’11 settembre nell’access prime time di Rai1 con i suoi Cinque Minuti, non proprio un successo clamoroso finora, e dal 12 settembre dal martedì al giovedì in seconda serata con Porta a Porta, ma solo perché nel weekend Vespa deve curare i vigneti della masseria in Salento, dove produce dell’ottimo vino locale. Tenuta dove ha ricevuto questa estate la Premier Meloni.
O ancora del ritorno di Francesco Giorgino che dal 20 novembre sarà il conduttore di XXI Secolo, quando il presente diventa futuro nel lunedì sera di Rai1, dopo la fiction? Oppure del prime time del lunedì sera appaltato all’ex ministra di Forza Italia Nunzia De Girolamo che, dopo lo stage attuale alla conduzione di Estate in Diretta, tornerà in seconda serata su Rai1 con Ciao Maschio e debuttarà sulla terze rete dal 23 ottobre con un programma che ricorda Aboccaperta di Gianfranco Funari.
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