Dove eravamo rimasti? La nuova stagione di Dritto e Rovescio è ripartita da dove era finita la vecchia, ovvero dall’essere megafono urlato della maggioranza di governo, con Paolo Del Debbio a prestare voce e spazio ad una narrazione filo sovranista e populista che – nascondendosi dietro allo scudo del pluralismo – cede tempo e microfono a personaggi discussi e discutibili.
D’altronde Rete4 questa è diventata. Un tempo paradiso delle soap e ora pet sematary del giornalismo d’inchiesta comunemente e storicamente conosciuto, sempre più orientato a un’esasperazione verbale in cui la soggettività trionfa sull’oggettività. Con l’ego dei protagonisti a dominare su tutto e tutti.
Il Governo Meloni c’è sempre
Nelle prime quattro puntate della nuova stagione, Del Debbio ha “intervistato” Matteo Salvini e Paolo Tajani (vicepremier in carica nonché rispettivamente ministro delle infrastrutture e dei trasporti e ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale), il ministro dell’agricoltura e cognato della presidente del consiglio Francesco Lollobrigida e soprattutto lei, Giorgia Meloni, poche ore prima in fuga dalla stampa dopo aver concesso una passerella a uso e consumo di fotografi e cameraman in quel di Lampedusa. Perché è evidentemente molto più comodo e facile prestarsi ad “ospitate” amiche in prime tv, che ritagliarsi un’ora al cospetto di giornalisti non necessariamente vicini alla propria visione politica, in quella strana pratica un tempo chiamata “conferenza”.
Non a caso, pochi giorni prima di Del Debbio, Meloni era stata nuovamente ospite di Bruno Vespa e dei suoi Porta a Porta e Cinque Minuti. Di fatto, un monologo. In un passaggio specifico il conduttore si è complimentato con la premier, chiedendole come faccia a reggere simili ritmi, a quasi un anno dal suo arrivo a Palazzo Chigi. Lui sarebbe finito ricoverato chissà dove, ma lei, Wonder Woman, no, è fresca come una rosa, tra Montecitorio, viaggi all’estero, alleati pronti a pugnalarla, inesistenti opposizioni da accusare, figlia e compagno da strigliare dopo l’ennesimo scivolone in diretta con il suo Diario del Giorno.
Vannacci superstar a Dritto e Rovescio
Ma Dritto e Rovescio è questo, da sempre. Nel corso della prima puntata Matteo Salvini ha snocciolato numeri megagalattici nei confronti del fantomatico Ponte sullo Stretto, che a suo dire “sarà un enorme creazione di lavoro per tutto il Paese”, in un tripudio di roboanti applausi in studio.
Non contento ha chiesto la castrazione chimica per pedofili e stupratori, prima di cedere il passo al generale Vannacci, simbolo di questa folle estate italiana. Autore di un libro traboccante omofobia, misoginia e xenofobia, Vannacci è diventato l’improbabile autore di un best seller alla Dan Brown. Colui che rivendica il diritto all’odio è ormai ovunque, con Del Debbio che non poteva certo farsi scappare l’ospitata acchiappa titoli.
Storicamente e orgogliosamente polarizzante nel trattare qualsivoglia argomento di discussione, Dritto e Rovescio è un ring, un’arena televisiva, con il pubblico in studio chiamato ad applaudire il cosiddetto ‘cattivo’ di turno, colui che osa sfidare il “pensiero dominante”, andando così “controcorrente”, ventilando ipotesi di “censura” chiaramente mai vista.
Per replicare a Vannacci gli autori hanno invitato Natascia Maesi, presidente di Arcigay visibilmente basita dinanzi a un generale delle forze armate che da settimane alimenta disinformazione, cavalcando la diffamazione grazie a giornalisti, autori e conduttori banalmente complici, ai danni dello spettatore e della comunità tutta, intossicata da un’informazione malata, estrema, che non si pone più limiti né freni, facendo leva su quella visione brutta, sporca e cattiva del “politicamente corretto” troppo spesso gratuitamente sbandierata.
Dritto e Rovescio è la stessa trasmissione che accusava i precedenti governi per gli eccessivi sbarchi dei migranti e ora, dinanzi a un governo di destra e arrivi record a Lampedusa, punta il dito contro l’Europa. Nel corso della quarta puntata Lollobrigida ha testualmente dichiarato che “Giorgia Meloni ha dimostrato che l’Italia ha cambiato impostazione sul tema dell’immigrazione”.
Fantascienza al cospetto di dati incontrovertibili sugli sbarchi degli ultimi 12 mesi, promesse mai mantenute, accordi presi e presto naufragati. Mentre il Mediterraneo diventa sempre più cimitero a mare aperto.
Un ring chiamato talk
Il romanziere e filosofo Del Debbio, che quest’anno si è buttato “tra la gente” nei mercati d’Italia, conduce Dritto e Rovescio con l’assoluta consapevolezza che non darà alcuna risposta né incontrovertibili informazioni a chi da casa guarda la sua trasmissione. Perché qualunque argomento viene estremizzato, discusso da pensieri agli antipodi, con ospiti barricati dietro posizioni ferree, pronti a cadere in battaglia pur di mantenere la propria opinione, anche dinanzi a puntuali repliche che smontino teorie eventuali.
Si procede per argomenti a blocchi, con due o più fazioni pronte a scontrarsi. Immancabile il “cavallo matto”, ovvero colui che più esagera nei toni e nei modi e più fa audience, così come l’argomento LGBTQIA+, puntualmente trattato a notte inoltrata al cospetto di inquisitori patentati, con Del Debbio pronto a stroncare storture ed eccessi a lui poco congeniali.
Tra le trasmissioni ‘d’attacco’ di Rete4, Dritto e Rovescio è indubbiamente quella di punta, la più vista e paradossalmente pluralista, paradossalmente la più vendibile. Quarta Repubblica di Nicola Porro e Fuori dal Coro di Mario Giordano completano la triade perfetta della destra televisiva di Cologno Monzese, con Bianca Berlinguer new entry a sorpresa, jolly di una sinistra che fu ora felicemente orientata ad una narrazione sorprendentemente ambigua e dibattuta.
D’altronde gli ascolti premiano la linea editoriale, a dimostrazione che c’è un pubblico che chiede e ottiene quel tipo di comunicazione, in un paese in cui l’illeggibile libro del generale sopra citato ha venduto quasi 100.000 copie in poco più di un mese.
Dritto e Rovescio, i dati Auditel
Il 7 settembre 2023 la prima puntata della nuova stagione è stata vista da 1.158.000 telespettatori, pari al 9.2% di share.
In crescita rispetto ai 966.000 spettatori con l’8.4% di share dell’ultima puntata del 29 giugno scorso. Numeri da applausi per Rete4, sensibilmente calati 7 giorni dopo grazie alla concorrenza diretta di Piazza Pulita. 890.000 spettatori con il 6.7% di share per la 2a puntata di Dritto e Rovescio, rispetto ai 706.000 telespettatori con share al 5.7% del principale competitor.
Ma Paolo Del Debbio è andato incontro ad una vera e propria promozione, perché la sua trasmissione ha ottenuto il raddoppio. Per sei settimane non solo in onda il giovedì bensì anche la domenica. Il 20 settembre, con Giorgia Meloni ospite, Dritto e Rovescio è stato visto da 846.000 spettatori, con il 6.9% di share, mentre con l’ultima puntata di giovedì 22 settembre il dato finale è arrivato agli 857.000 spettatori con il 6.59% di share, superando nuovamente i 655.000 telespettatori di Corrado Formigli, con uno share del 5.12%.
Il programma della settimana è stato Tale e Quale Show, su Rai1
THR Newsletter
Iscriviti per ricevere via email tutti gli aggiornamenti e le notizie di THR Roma