Settantatré anni a fine giugno, da oltre trenta Antonio Ricci è la rappresentazione plastica dell’access prime time Mediaset. Striscia la Notizia e Paperissima Sprint, con Veline, Velone e Cultura Moderna presto abbandonate ai loro destini, sono le colonne d’Ercole di Canale 5, inaffondabili e inattaccabili 12 mesi l’anno, tra risate finte, applausi registrati, sketch di quart’ordine, sonore e puntuali sconfitte con la concorrenza diretta di Rai1 e un anacronismo che nel caso dello spin-off paperesco si fa surrealtà televisiva.
Il giorno della Marmotta di Antonio Ricci
Da settembre in onda tutte le domeniche e da giugno tradizionalmente in onda tutti giorni al posto di Striscia, Paperissima Sprint nasce nel lontano 1990, con il Gabibbo conduttore al fianco di Serena Grandi. Erano anni in cui a Cologno Monzese arrivavano container stracolmi di VHS, filmati amatoriali girati approssimativamente da italiani desiderosi di finire in tv, con incidenti, inciampi, papere più o meno esilaranti, appositamente doppiate da vocine cartoonesche e suoni infantili. Passati trentatré anni, quest’antologia demenziale dell’italianità (e non solo) continua ad andare in onda come se vivessimo in un loop temporale, in un infinito Giorno della Marmotta in cui ogni mattina si Ricomincia da Capo, ritrovandoci puntualmente nel 1993. Con gli stessi filmati, le stesse cadute da cavallo, o dalla bici, o da un trampolino, o da una sedia, di trent’anni or sono. Roberta Lanfranchi, affiancata dall’imprescindibile Gabibbo, “conduce” insieme a Marcia Thereza Araujo Barros e Valentina Corradi un programma che sembra congelato in un multiverso Mediaset in cui Silvio Berlusconi è ancora il Presidente del Milan, Gianfranco D’Angelo urla Has Fidanken ad un cocker e Angela Cavagna è l’infermiera più desiderata d’Italia.
Ma il tempo è impietosamente passato e così quelle icone un tanto al chilo e pur provando ad aggiornare il format, tra “papere” social e strafalcioni televisivi, Paperissima Sprint appare semplicemente inguardabile, a meno che non si abbiano meno di quattro anni. Vero è che il costo di simile operazione è estremamente limitato, per non dire nullo, ma anche Techetechetè su Rai1 è un programma a costo zero, qualitativamente parlando enormemente superiore e dai risultati Auditel puntualmente maggiori. Possibile che Antonio Ricci non possa “abbandonare” l’access prime time di Canale5, andare in vacanza per due mesi e mezzo durante l’estate e riposare il settimo giorno da settembre a giugno come altri e più elevati colleghi, costringendo l’azienda a cercare qualcosa di diverso, più contemporaneo e meno antidiluviano?
In realtà Paperissima Sprint non esiste
L’anomalia Paperissima Sprint è talmente un unicum sul piano televisivo nazionale che il programma non lascia alcuna traccia di sé. Gli account ufficiali di Mediaset e di Striscia la Notizia non ne parlano né comunicano la sua messa in onda. Sui siti ufficiali del Biscione è impossibile ritrovare qualsivoglia puntata. Non esistono. C’è solo una pagina dove poter caricare eventuali video da spedire a Cologno Monzese.
È come se Roberta Lanfranchi & Co. conducessero da un altro Pianeta al largo dei bastioni di Orione, con replicanti hacker in grado di intrufolarsi all’interno del palinsesto Mediaset per mandare in onda segnali audio e video puntualmente intercettati da un alter-ego di Antonio Ricci interpretato dal compianto Rutger Hauer. Se Christopher Nolan fosse a conoscenza dell’esistenza di questo programma darebbe forma e sostanza ad Interstellar 2, perché persino nell’abusata programmazione Mediaset in cui tutto ugualmente si ripete da decenni le papere domenicali/estive di Canale 5 introdotte dall’immortale Gabibbo lasciano interdetti.
Tra social e Auditel
In sei mesi di messa in onda, nel 2023 l’hashtag #PaperissimaSprint ha generato la bellezza di 18 tweet. Complessivi, in tutta la rete Internet globale. L’ultima puntata andata in onda domenica 28 maggio, nessuno, neanche un misero cinguettio. Un’impresa quasi impossibile, da Show dei Record, che va ulteriormente ad alimentare l’irrealtà che abbraccia questo “programma”, in onda tutte le settimane e in un orario ambitissimo nell’indifferenza social, nell’assoluto silenzio promozionale, nel menefreghismo aziendale, nel disinteresse totale di una rete che parrebbe quasi essere inconsapevole della sua stessa esistenza, se non fosse per i bonifici che partono in direzione conduttori/autori.
Il riscontro Auditel, in tal senso, è tanto impietoso quanto paradossalmente miracoloso. Perché dinanzi a simile scenario Paperissima Sprint dovrebbe affondare sotto i devastanti numeri degli ascolti. Ma così non è, o almeno non del tutto. Nel mese di maggio lo share del programma ha oscillato tra il 14% medio e il picco del 18,7% strappato grazie all’attesa per la finale di Amici del 14 maggio, perdendo puntualmente contro Affari Tuoi, ogni domenica in grado quasi di doppiare la concorrenza. Numeri che eventualmente fanno felice Cologno Monzese, che ogni settimana e quasi senza neanche rendersene conto riesce a vendere spazi pubblicitari grazie ad una trasmissione fiondata da un passato ampiamente archiviato in un presente in cui parrebbe essere pura immaginazione. Pur andando in onda. “È tempo di morire”, il saluto definitivo che meriterebbe quest’agonia catodica.Ma chi ha il coraggio di dirlo all’inattaccabile Antonio Ricci?
Il miglior programma della settimana? Tutti i Sogni ancora in Volo, su Rai1.
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