Prix Italia 2023: il premio della fiction e della tv che vorrebbe essere come Sanremo

La kermesse va in scena a Bari dal 2 al 6 ottobre, cercando una nuova visibilità. Uno dei riconoscimenti più antichi della Rai e su cui l'azienda pubblica sta investendo per farlo tornare ai fasti di un tempo

“Il Prix Italia è la Rai”. Amava ripeterlo il giornalista e conduttore Sergio Zavoli – scomparso nel 2020 – cui è stata intitolata la sala degli Arazzi della Rai in Viale Mazzini, in cui si è svolta la conferenza stampa del Prix Italia 2023. Un premio fondato dall’azienda pubblica e organizzato fin dal 1948, riservato ai programmi radiofonici, alla televisione e adesso anche al digitale.

A Bari si svolgerà la 75esima edizione, interamente realizzata dal centro di produzione Rai di Napoli con il forte coinvolgimento delle istituzioni locali (presenti in conferenza stampa anche il presidente della regione Michele Emiliano e il sindaco del capoluogo Antonio Decaro).

Dal 2 al 6 ottobre il capoluogo pugliese ospiterà un’edizione per la quale il servizio pubblico ha “alzato il livello e l’ambizione”. Questi i numeri: 266 prodotti in programma, 83 broadcaster tra i partecipanti, 98 giurati, 52 paesi rappresentati. Ma anche maggiore attenzione all’accessibilità, all’inclusione e alla sostenibilità. Lo conferma la presidente Rai Marinella Soldi, che parlando delle attenzioni riservate all’impatto ambientale della manifestazione ha accennato a un “teatro di prova per Sanremo”.

Il parallelismo con la kermesse ligure non si limita solo alla questione ambientale. Il dispiegamento di forze Rai a Bari rappresenta anche la volontà dell’azienda di riportare il premio ai fasti di una volta: dal dimenticatoio in cui è caduto, il Prix è alla ricerca di visibilità e rinnovamento. Un percorso “virtuoso”, così lo ha definito la presidente, sottolineando che “per la Rai, innovare non è cosa da poco. Ma ce lo chiede il pubblico, e lo chiedono anche i dipendenti”.

Il Sanremo della tv

Un premio, il Prix, che vorrebbe imporsi come il “Sanremo della televisione”, e che promette di offrire visibilità a tutti i broadcaster che partecipano. Previsto un unico premio in denaro con l’obiettivo, ha dichiarato a The Hollywood Reporter Roma la segretaria generale di Prix Italia Chiara Longo Bifano, di “attrarre broadcaster meno grandi della BBC (partner storica dell’evento, ndr), per consentire loro di gareggiare, vincere e portarsi a casa anche dei soldi. Che in determinati contesti possono significare qualcosa”. Ironia vuole che tra i tre finalisti per il premio ci sia proprio la Rai, con Plastica Connection. Nella giuria, oltre a rappresentanti di Copeam e IFAD (che finanziano il premio), c’è di nuovo la Rai.

La vetrina offerta ai prodotti – al momento – è piuttosto laterale, lontana dagli occhi del pubblico, soprattutto dei più giovani. Ci sarà una copertura di radio e televisione, con aggiornamenti su Rai 3, Uno Mattina e Caterpillar. Ma anche un programma in apertura e chiusura del Prix con conduzione in inglese e Carolina Di Domenico (610), per dare una dimensione internazionale all’evento.

“Vogliamo intercettare il pubblico più ampio possibile,” ha dichiarato a THR Roma Chiara Longo Bifano. “Lavoreremo naturalmente sul territorio nei giorni del Prix, facendo tutto in piazza, alla luce del sole, cercando di intercettare i singoli target”. E continua: “Ci piacerebbe coinvolgere sì i più grandi, ma anche i più piccoli e i ragazzi, con il supporto di influencer che ci aiutino nel racconto reale della sostenibilità al di là degli slogan. Un nome? Il professore Vincenzo Schettini”.

La sfida di Prix Italia

Il Prix Italia 2023, il cui slogan è “Engage Me” e ha come logo un albero in segno di sostenibilità e “rete” tra tutte le emittenti, sembra però il canto del cigno dei broadcaster tradizionali. Un declino cominciato diversi anni fa con l’arrivo delle piattaforme di streaming, che ha messo a dura prova gli ascolti delle emittenti di servizio pubblico. “È stato un decennio di sfida”, ha commentato il produttore televisivo Walter Iuzzolino, ora presidente della 75esima edizione di Prix Italia. “Gli streamer hanno messo a dura prova i broadcaster – aggiunge – ma in questo periodo in cui la parola d’ordine delle piattaforme è austerità, il servizio pubblico ha la possibilità di affermarsi”.

Una sfida che anche la Rai ha raccolto, con il servizio Rai Play, che ospiterà tutti i prodotti in gara per una settimana. E che vede tra l’altro come candidato nei premi “digital” del concorso anche la fiction evento Mare Fuori. C’è poi uno spazio per le nuove tecnologie, come la realtà virtuale: Rai Cinema organizzerà proprio nel capoluogo pugliese “la più grande proiezione cinematografica in realtà virtuale mai realizzata in Italia”, con il trasporto di 105 visori.

Prix Italia 2023 prenderà il via il 2 ottobre, con la chiusura prevista per il 6. Solo gli ascolti potranno dire se questo processo di rinnovamento sia stato notato dal pubblico o se sia l’ennesimo “teatro di prova” destinato a restare – appunto – solo una “prova”.