Premessa alle pagelle dei primi boot camp di X Factor 2023: i boot camp di X Factor sono quel non luogo metafisico fatto di cinque sedie e dodici aspiranti concorrenti in cui il giudice potrebbe azzeccare le sue scelte solo ed esclusivamente bendandosi, girando tre volte su se stesso, accendendo un cero votivo e poi evocando nonna (o Mara Maionchi) in una seduta spiritica ovviamente capitanata da Morgan. Se si aggiunge il nuovo regolamento che sulla carta è più performante ma nella pratica crea ancora più confusione (i 48 concorrenti passati ai Boot Camp sono stati divisi in 4 miniroster da 12 in cui a turno i giudici hanno la priorità nello scegliere i primi tre a turno, continuando poi in senso orario: una supercazzola così non si vedeva dai tempi del Porcellum), capirete il tono delle pagelle.
Alice Barbara Tombola 10
Alice B, questo il suo nome d’arte, ha portato Purple Rain alle audizioni e Gli Uomini ai boot camp. Prince e Mia Martini. Ora, se pure è vero che poteva sembrare in alcuni passaggi troppo virtuosistica, Fedez mio (a proposito, in bocca al lupo), non poteva dimostrarti di più la solidità e l’eclettismo della sua voce e del suo repertorio. Tu la fai alzare dalla sedia – tenendoti una cantante (Giulia Petronio, brava, bravissima ma con Federico Lucia quanto reggerà?) che con te farà la fine di un gatto in tangenziale – per Asia Leva che è una rapper e basta. Fenomenale, va detto, con grande presenza scenica, ma che ha la sola fortuna di nuotare nella tua stessa tazza di the e che sembra averci già mostrato il meglio.
Alice rosica malissimo, prende il microfono, e rifà la canzone dell’avversaria in una vera e propria rap battle improvvisata con un flow che fa cadere le mascelle pure agli spettatori a casa. Cazzimma da vendere, ha dato una nuova accezione all’espressione “schiaffo morale”.
Maria Tomba 9,5
Era l’ultima della squadra di Fedez che pure avendo cominciato per ultimo a scegliere aveva il roster migliore. X Factor è semplice, si gioca in 48, ci sono 4 giudici, poi alla fine la squadra migliore ce l’ha Fedez. Ma vince Morgan. Scherzi a parte lei arriva che le sedie hanno subito così tanti switch che andrebbero riavvitate, nessuno scommetterebbe su un ulteriore sacrificio, ci sono già state eliminazioni sanguinose e improbabili. Morgan mostra il suo aperto dissenso con almeno un paio delle scelte del collega.
Lei arriva con America di Gianna Nannini. Inizia bene, ma nulla di trascendentale. Poi con quella voce che controlla e modula con irrisoria facilità, fa di tutto e tiene il palco alla grande con pigiama e pantofole pelose come una Madonna cartoon. Si prende la sedia per manifesta superiorità. Già me la immagino duettare con Taylor Swift in semifinale con il pantapigiama di Pippo e Paperino.
Sara Sorrenti 9
È sempre la stessa cosa: stai lì, la vedi smanettare e pensi “mah, brava, ma niente di che”. Poi la voce si impone, la musica si compone davanti a te, il progetto perde la nebbia voluta e appare nitido come quel timbro che è suo, sembra normale, ma man mano che ti cattura l’attenzione non lo è affatto. Lei non è solo un’artista, ma un progetto, e questo è al contempo un incredibile opportunità ma anche un ostacolo, perché devi sempre offrire performance di altissimo livello unite a scelte inoppugnabili, altrimenti il gioco sembra non valere la candela.
Lorenzo Bonfanti 8,5
Intendiamoci, Morgan il sospetto che lui sia un bluff ben giocato (perché non voluto) me l’ha fatto venire. Però quel minimalismo estetico e sonoro, quella maglietta bianca su chitarra, quel The Sound of Silence che ti sembra partire malissimo e invece no, è la sua versione che non vuole essere (solo) apparentemente altro (tipo Disturbed) ma neanche emulativa, e ha una personalità tanto fragile e delicata quanto piacevole ed affascinante. Il rischio è uno solo: che lui sia come un soffione. Bello, bellissimo, soffi forte e ti entusiasmi e poi in mano, però, ti ritrovi troppo poco.
Francesca Michielin e Gaia Banfi 8
Quattro sì per la sua cover delicata, sensuale e decisa di Un’estate fa, presente nella bella serie Sky partita il 6 ottobre 2023. La maturità con cui sta in scena in tv, sempre più divertita e a suo agio era insospettabile agli inizi. Continua la guerra con lo stylist che nelle puntate pari la dipinge come un capolavoro e in quelle dispari evidentemente agisce per dispetto abbinando colori e tagli dei vestiti ad acconciature improbabili, ma ormai X Factor è suo. E fra poco potrà scatenarsi.
Gaia va messa con Francesca, perché se lo merita. Tenco e Joji uniti in una naturalezza armonica così dolente ed elegante che merita almeno questa vetrina visto che le è stata tolta quella che meritava. Gusto musicale raffinatissimo, dovrebbe duettare con Sara. Lei è una di quelle che fa apparire troppo facile l’impossibile, così tanto da essere sottovalutata.
Stunt Pilots e Astro Mare 7,5
Sono bravi, suonano insieme da dio e come abbiamo già detto, dovrebbero diventare un super gruppo. Gli Stunt si salvano grazie a Dargen, gli Astro finiscono male perché Fedez la sua quota dura e pura l’aveva già spesa l’anno scorso con Gli Omini e di certo non potevi pretendere che si convertisse al rockabilly. Quei due ragazzini adorabili, gli Astro Mare, li ammazzeresti mentre sottovoce, quando Fedez parla, dicono “ma noi sappiamo suonare anche Queen e Kiss”. E diavolo di un pupo, e suonali ai boot camp, che i giudici hanno bisogno dei sottotitoli, mica son tutti Manuel Agnelli.
Il momento fantacalcio tra Morgan e Fedez 7
Un momento meraviglioso: “ti do Simona Bonura, mi dai Asia Leva”. “Mi metti in crisi perché tu hai occhio, ma ci sto”. Sogno un’asta ferocissima con rilanci selvaggi il prossimo anno. Il sottoscritto, Morgan, Fedez, Dargen, Francesca Michielin, Ambra Angiolini, Rkomi e Manuel Agnelli: tutti urliamo in modo inconsulto nomi di cantanti sconosciuti e ci sveniamo per prenderli. Basta con i roster, che i 20 che vanno agli home visit vengano scelti con un’asta senza esclusioni di colpi, stile fantacalcio. In cui ti trovi un centrocampo con Suslov e non sai neanche chi sia. Una sensazione che Dargen conosce bene.
Carmelo Genovese e Filippo Guidoboni 6,5
Due orsetti del cuore, che pagano un physique du rôle poco televisivo, la sfiga di arrivare a sedie già assegnate – con quelle facce è più difficile farli alzare che non farli sedere, maledetta psicologia inversa – e nel primo caso la mancanza dell’occhio della tigre (al giudice devi far capire, come Asia Leva, che se ti fa alzare lo sequestri e lo porti in Aspromonte a fare featuring con Rap Ito), che pure ha dimostrato con un flow insospettabile (Fedez quanto ti pentirai di non averlo preso) e nel secondo forse una versione troppo scolastica di un pezzo difficile ma non troppo. Ma nella squadra degli esclusi (dovrebbero farla, immaginate già Alice, Filippo, Gia e Carmela più un altro che faranno fuori Ambra e Morgan, figuriamoci se non ne faranno più di Carlo in Francia), che vincerebbe a mani basse, fa proprio male vederli entrambi. Facciamola, diamola a una giuria di esperti. Al pubblico. Persino al capoclac. Va bene tutto.
Fedez 6
Con i 12 che si è ritrovato (gli altri tre giudici erano ubriachi al momento delle scelte?) poteva anche mettere su una cuffia antirumore, stare di spalle, dormire e infine sorteggiarli e non avrebbe comunque sbagliato. Anzi, avrebbe fatto sicuramente meglio. Sorprende però soprattutto negli switch (in cui sembra voler quasi sbagliare di proposito le scelte, un po’ come si fa quando a calcio, al parco, sei troppo forte e si mischiano le squadre). Finisce che un paio di quelli eccezionali se li fa scappare – di Alice si accorge subito – e fa un paio di scelte sciatte, quasi a non voler mettere a rischio i (pre)giudizi iniziali. Insomma era dalle audition che ha capito con chi voleva lavorare e sembra aver composto la cinquina in modo da non mettere in discussione quell’idea. La squadra, se è quella, è ottima. Ma valeva la pena forse prendersi un rischio in più.
Per il resto, forza Federico, che ai live senza di te sarebbe una noia mortale.
Clelia Scalzo 5
Una che ha l’X Factor non fa le faccette e non mischia Patty Pravo, se stessa, Dargen e un Battisti Dance (bella idea, ma per 10 secondi) per regalarti il suo talento tipo finger food, piccole delizie che non capisci quanto siano buone perché con un solo boccone ti chiedi se è buona la salsa di cui è imbevuta oppure tutta la pietanza. Non ha il carisma necessario per le sfide che propone e che inevitabilmente perde. Anzi, peggio, pareggia.
Giovie e Micke e Asia Leva 4
Bisogna saper perdere. Micke che si lamenta del giudice, Asia che si sente offesa perché Alice l’ha umiliata dopo essere stata eliminata sono il segno di una generazione (momento nonno “ai miei tempi”) che non è abituata a mangiare polvere, subire ingiustizie, affrontare il conflitto e il dolore e andare avanti. Ragazzi, se avessi dovuto piangere o arrabbiarmi per ogni sgambetto subito, ora sarei morto disidratato e senza gambe. Quindi rimboccatevi le macchine, eliminate i barocchismi che tanto vi piacciono, amatevi di meno e imparate a nuotare nel fango. Perché quello non mancherà mai (disse togliendoselo dalla camicia). Come dice Lino Banfi nella parte di Oronzo Canà, in una scena da Oscar (e non scherziamo) saranno tanti i momenti che vi sentirete “come uno che ha mangiato una tonnellata e mezza di merda. Pesante da digerire, sa?”.
Dargen D’Amico 3
Ma ‘sto Dargen ce serve o nun ce serve? Perché se ce serve, rianimiamolo, ridiamogli una ragione per divertirsi in questo ruolo, togliamogli gli occhiali e facciamo in modo che prenda decisioni almeno razionali. Non lo aiuta, certo, un roster improbabile – che lui stesso, con una serie di sì influenzati dal pubblico, ha contribuito a formare – e da cui non si poteva tirar fuori molto di meglio. Ma Fabio D’Errico è un goliarda paraguru, non uno che ti puoi portare agli home visit dopo come ha ridotto Caruso. Se vuoi quel tipo, accontentati di Longobardi che pure è avviatissimo ad essere il sopravvalutato dell’edizione. È così fuori forma che hai l’impressione che pure i suoi concorrenti rendano meno, si accontentino, siano sciatti (vedi Brogi, irriconoscibile).
Francesca Spennato 2
Basta, i vocalizzi che sembrano gargarismi solo perché dovete farci capire che siete brave, se non siete Anna Oxa o almeno Ivana Spagna non potete permetterveli. Siete credibili quanto Patty Pravo che dice a Francesca Fagnani a Belve che ha fatto solo qualche iniezioncina e se avesse tempo questo benedetto lifting lo farebbe.
Diego Ponessa 1
Farlo passare è una crudeltà inutile. Ma perseverare da parte sua è diabolico. E patetico. Pioggia secca, peraltro, offre a Dargen pure la frase con cui sbolognarlo. Lo sfigato è dolce la prima volta. La seconda arrossisci per lui. La terza hai la stessa sensazione che ti provoca chi viene truffato per 10 anni da un fidanzato a distanza che non ha mai voluto fare neanche una videochiamata. Maledetto chi ha approfittato di quella ingenuità, ma giambrunescamente hai anche il retropensiero “te lo sei meritato”. Anche perché la prima volta puoi sembrare un personaggio alla Florence, alla seconda diventi una macchietta. Alla terza, meglio non parlare.
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