Christian 2, la recensione: il Bene, il Male e il libero arbitrio su Sky

La seconda stagione conferma il successo della prima. Edoardo Pesce e Claudio Santamaria tornano su Sky in un mondo mezzo umano mezzo divino, tra ironia e dramma

Christian è un’ottima serie tv italiana, che sulla carta non dovrebbe funzionare. Stigmate, mani guaritrici, un delinquente dal cuore d’oro. Sembra tutto un po’ astruso, e anche banale. Ma non lo è. In effetti, è l’opposto. E la seconda stagione, in streaming su NOW e su Sky, lo conferma. Che cosa succede quando sulla terra c’è un santo che fa i miracoli l’abbiamo visto, in una prima stagione che ha spalancato le porte di un’enorme e rozza Città-Palazzo nella periferia romana. Nella seconda vediamo che cosa succede quando questo santo, eletto e acclamato coram populo, diventa il capo del regno ereditato dal boss morto. Dopo lo stupore per il dono taumaturgico ricevuto, si apre lo spazio per la scelta tra bene e male. Con le new entry Laura Morante e Camilla Filippi, e gli stessi volti, iconici, di Edoardo Pesce e Claudio Santamaria, tra il mondo umano e il mondo celeste, tra l’ironia e il dramma, Christian 2 apre un’indagine sul libero arbitrio, non solo degli uomini ma anche dei santi.

La trama e i personaggi di Christian 2

Christian (Edoardo Pesce), sempre grintoso e divertente, oltre che santo pure un ex picchiatore, è deciso a trasformarsi in demiurgo dell’utopia coatta annunciata agli amici: il palazzone può diventare un mondo migliore, “un’utopia coatta”, appunto, oltre la violenza e l’avidità. Un’isola che non c’è, come canta Edoardo Bennato mentre il popolo di Città-Palazzo brucia le armi in un grande falò purificatore. Christian ha dalla sua parte i fedeli aiutanti: Rachele (Silvia d’Amico), il suo “grillo parlante”, come l’ha descritta il regista Stefano Lodovichi, Penna (Gabriel Montesi), con le gambe che funzionano di nuovo, e Davide (Antonio Bannò), il figlio di Lino, che invece le gambe se le fa amputare dal veterinario.

Ma non esiste eroe senza antagonisti. Il predicatore Matteo (Claudio Santamaria) insegue Christian dal giorno uno, prima sospettoso, poi grato perché ha ridato la vista a suo figlio. Si è trasferito quindi a Città-Palazzo e proprio lui deve decidere che ruolo giocare, ora che è arrivata anche Esther (Camilla Filippi), convinta che Christian incarni il male. A convincere Matteo a fermare a tutti i costi il nuovo santo plana inoltre la Nera (Laura Morante), un angelo che spiega il senso della vita con le regole del tressette, capace di chiedere un panino col prosciutto davanti a un cadavere. Lei gioca la partita delle forze superiori, contro l’altro deus ex machina, l’ossigenato Biondo (Giulio Beranek).

Fuggire o restare, questo il dilemma

Fuggire o restare. Questa è l’alternativa che il Biondo mette di fronte a Christian. Nella sua ingenuità, lui chiede all’essere superiore che cosa sia meglio. Ma il Biondo gli scaraventa addosso il peso della scelta: “Per te è meglio il mare o la montagna? Il camouflage di Bottura o la lasagna della mamma? È meglio Totti o Del Piero”. “Questa è facile”, replica Christian. Un po’ meno facile è rispondere al più antico quesito del mondo che contrappone il Bene e il Male. Con tutta la scala di grigi che si trova nel mezzo. Frequentata sia dagli angeli sia dai picchiatori.

La consapevolezza di questi confini laschi tra bene e male scivola a volte nella confusione dei piani narrativi rischiando di rendere poco coesa la narrazione. E si potrebbe essere critici nei confronti di alcuni stereotipi, ma guardando da vicino l’umorismo implora di accettarli. Un Christian 3 potrebbe fare ancora meglio per sciogliere questi nodi.