È la musica che batte il ritmo. Da molto tempo è ormai chiaro come il mondo artistico e industriale legato alla musica abbia assunto un ruolo guida nella costruzione dell’immaginario cinematografico. Da sussidiaria e complementare alle immagini la cultura musicale è via via diventata ispirazione del racconto, partner industriale, protagonista della storia. I musicisti producono film e serie tv, diventano attori protagonisti, le loro storie di vita sono l’oggetto del racconto. I videoclip musicali sono la preziosa miniatura di tutto questo: siamo solo all’inizio di una nuova stagione. Assai diversi da ciò che furono negli anni Ottanta, i videoclip sono oggi il segnale della direzione di marcia che ha preso una importante corrente dell’industria internazionale del cinema e dello streaming. E’ una chiave, non solo quelle di basso e di violino, che apre porte e svela mondi. Che racconta il tempo e lo scandisce.
Quella che segue è una conversazione a tre voci condita da fragole, sensualità e leggerezza perché di questo parla il nuovo singolo di Achille Lauro e Rose Villain. Fragole è il risultato dell’incontro fra i due artisti, una collaborazione nata oltreoceano in cui protagonista è l’eros. Il match tra la carica attrattiva ribelle di Achille Lauro e l’accesa sensualità di Rose Villain crea atmosfere e vibes spregiudicate all’insegna di un sound sexy e chill. Fragole è il freschissimo brano pop sensuale e dalle radici reggae che si candida a diventare il tormentone estivo.
Il videoclip è stato girato qualche settimana fa nella campagna veronese dove, insieme al regista Leandro Emede, abbiamo incontrato Achille Lauro.
Come è nata la collaborazione con Rose Villain?
Ho conosciuto Rose al Chelsea Hotel di NYC ed è nato tutto in modo molto spontaneo. Fragole è un brano che parla di desiderio. È un classico proibito. È provocarsi a vicenda. Musicalmente per me è anche un qualcosa di nuovo come lo è stato Bam Bam Twist nel 2020. Con la musica mi sto divertendo ma ho un percorso discografico molto chiaro in testa e tantissimi progetti già pronti.
L’idea del video di Fragole?
L’idea del video di Fragole è nata un po’ insieme alla canzone, scrivendo il testo e soprattutto ascoltando il sound mi sono confrontato con il mio team creativo per trovare una soluzione estetica che esaltasse la musica.
Ci racconta la trama?
Il videoclip non ho un vero plot, vive come un tableau vivant: una serie di immagini che richiamano un modo estetico, una sensazione, uno stato d’animo. Le immagini alternano campi di fragole, ragazze che giocano tra loro e mangiano il raccolto, infine io e Rose Villain in una cascina vecchio stile. Questo immaginario vintage, etereo e molto italiano ci sembrava perfetto per raccontare questo pezzo.
Nel video le fragole sono simbolo erotico di libertà?
La canzone e il videoclip ruotano proprio intorno al tema della sensualità e del desiderio spontaneo e puro, libero da giudizio. Parliamo di leggerezza e libertà, anche quella sessuale, certo!
Che ricordi ha della giornata delle riprese?
E’ stata una giornata stupenda, piena di professionisti. Il team era gigantesco perché univa tutti i collaboratori miei a quelli dell’artista Rose Villan.
Ci racconta qualche aneddoto accaduto quel giorno?
Il set era pieno zeppo di fragole, che abbiamo mangiato tutti quanti per tutto il giorno. Anche il menù era totalmente vegetariano e siamo stati attentissimi a rispettare i coniglietti sul set, che sono poi stati adottati dall’associazione La voce dei conigli, che si prenderà cura di loro.
Perché ha scelto Leandro Emede come regista per questo video?
Credo che Leandro abbia un grande talento quando si tratta di raccontare un frame di vita. È un abilissimo fotografo e nella sua regia ritrovo perfettamente la sua capacità di immortalare i momenti giusti. Questo video non ha una sequenzialità, ma desideravo catturare delle emozioni. Mi sembra che Leandro per questo sia perfetto. Oltre a questo, abbiamo collaborato tantissime volte in passato ed è stata sempre una bellissima occasione!
La parola a Leandro Emede – regista
Quanto c’è di suo nel video?
Quando si fa un videoclip per un artista è molto diverso da quando si fa un progetto proprio. Il videoclip è un tassello di un progetto più ampio che solitamente ha già un’estetica, un mondo di appartenenza, così come lo ha già l’artista per il quale si va a lavorare. Ecco quindi che per Fragole abbiamo pensato insieme a Lauro e Nick Cerioni di fare un video che andasse a prendere tutto un immaginario che in qualche modo aveva già a che fare con il progetto. Poi logicamente stando dietro la macchina da presa metti a disposizione la tua visione ed il tuo punto di vista, che si fonde con quello dell’artista e si trasforma in una cosa diversa, nuova, quasi fosse un upgrade rispetto al punto di partenza.
Vi siete trovati subito d’accordo con Lauro sullo story board?
Come sempre con Lauro lo storyboard nasce ad un tavolo di brainstorming senza fine. Ci vediamo per colazione e finiamo di chiacchierare dopocena. Durante tutto il giorno ci si scambia idee e suggestioni, è cosi che nascono i video ma anche gli shooting fotografici con lui.
Perché la scelta di girare open air?
L’ispirazione era un certo tipo di cinema, le immagini di reference erano stills di Picnic ad Hanging Rock, Il giardino delle vergini suicide passando dai classici italiani del cinema erotico italiano come Monella. Tutti film che ci portavano a girare in mezzo alla natura e così abbiamo preso questo come punto di partenza della narrazione.
Come ha selezionato il cast e i costumi?
Il cast è stato scelto sempre basandoci sul tipo di racconto che volevamo fare. I costumi li ha curati Nick Cerioni ed il suo team, in collaborazione con la stylist di Rose Villain Rujiana Cantoni, che hanno fatto una ricerca mirata di abiti ed accessori. Le calze che spesso compaiono inquadrate nel video sono un richiamo al film Picnic ad Hanging Rock. Nel film le ragazze ad un certo punto si spogliano di scarpe, corsetti e calze come gesto di ribellione nei confronti della rigidissima educazione vittoriana. Nel nostro caso invece non le tolgono perché non ne hanno bisogno: si fa della calza e della costrizione un’arma di sensualità in più.
E di Rose Villain cosa ci può dire?
Non avevo mai lavorato con Rose Villain che ho trovato incredibile davanti la telecamera… davvero una presenza scenica fantastica, ogni inquadratura era buona.
Perché la scelta di inserire un maggiolino pink in un paesaggio così bucolico?
Avevamo bisogno di inserire qualcosa che ci portasse immediatamente agli anni Settanta, all’estate… fra le varie automobili che potevamo prendere abbiamo pensato che il maggiolino, con le sue le forme dolci e rotonde, potevano legarsi perfettamente all’immaginario e alle ambientazioni bucoliche in cui avremmo girato. Per quanto riguarda il colore rosa è stata proprio una scelta precisa: è un colore giocoso, morbido, che gioca sul tema della sensualità senza essere il rosso, che ci porta su un altro livello di narrazione.
Che tecnica ha usato?
Abbiamo girato ovviamente in digitale ma abbiamo applicato sulle ottiche dei filtri che ci hanno aiutato a dare una estetica morbida, cosi come la color, abbiamo provato a tirare leggermente giù la vivezza dei colori provando a rendere tutto più leggero. Ho lavorato sull’aspetto voyeuristico della telecamera, intrufolandoci in modo volutamente ambiguo nell’intimità delle ragazze, sottolineandone la loro innocenza di ninfe quasi scaturite dalla natura circostante ma allo stesso tempo insinuando un aspetto più erotico.
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