“Una delle cose che mi rende felice è il fatto che questa canzone mi collega un pò anche ad Alessandro che oltre ad essere stato un grande regista era una persona meravigliosa”. Alessandro è il regista della prima serie di Un professore, Alessandro D’Alatri, recentemente scomparso e amico della famiglia Gassmann. Dammi un bacio, Ja è il nuovo singolo di Leo Gassmann che fa parte della colonna sonora della seconda stagione della fortunata serie prodotta da Rai Fiction e Banjijay Studios Italy, oggi affidata ad Alessandro Casale e interpretata da Alessandro Gassmann, Claudia Pandolfi, Nicholas Maupas, Damiano Gavino e Domenico Cuomo.
La serie racconta la storia di Dante Balestra (Alessandro Gassmann), un professore di filosofia che, dopo tanti anni di assenza, torna a Roma per occuparsi del figlio Simone (Nicolas Maupas). Affascinante e fuori dagli schemi, il professore prende una classe al liceo Leonardo Da Vinci dove applica il suo metodo d’insegnamento anticonformista e instaura un rapporto molto particolare con i suoi alunni, aiutandoli nei loro problemi. “A questo progetto tengo tantissimo: ho avuto un professore di filosofia che mi ha cambiato la vita – ci racconta Leo Gassmann – L’insegnante è una figura professionale tra le più importanti e l’istruzione è un diritto fondamentale a cui purtroppo ancora oggi non tutti hanno accesso. Realizzo, infine, un mio grande desiderio: quello di firmare una colonna sonora” ci confida il vincitore di Sanremo, impegnato nelle riprese della fiction Rai su Franco Califano.
Cosa le piace di Franco Califano che si appresta ad intepretare?
Califano mi piace perché rappresenta un anello di congiunzione tra una romanità passata e quella del presente. Perché è l’esempio di qualcuno che nella vita nasce e cresce in situazioni molto difficili, molto dure e poi però riesce a scegliere il sorriso per non mostrare un certo tipo di debolezza. Uno che è riuscito a creare, a scrivere canzoni che fanno parte della nostra storia, raccontando in una maniera veritiera parti della società che spesso non vengono messe in luce.
La sua canzone preferita?
Semo gente de borgata che ovviamente canterò anche nei miei live. È il mio primo tour nei club, non vedo l’ora. Sarò a Roma il 22 novembre, il giorno del mio compleanno, poi a Napoli il 23 e infine a Milano il 28.
Come è nato Dammi un bacio, Ja?
Dalla collaborazione con Marco Rissa, chitarrista e componente dei The giornalisti. È un brano del quale mi sono innamorato da subito ma volevo trovare un momento e un luogo giusto per tirarlo fuori.
La serie Un professore era il luogo ideale?
Nel momento in cui la produzione de Un professore mi ha contattato, subito dopo Sanremo, perché stavano cercando un giovane cantautore emergente che potesse comunque dare il suo contributo alla colonna sonora, mi è subito venuto in mente quel brano che avevo già pronto nel cassetto e l’ho proposto. Parla di ragazzi, di Roma, del traffico, di una relazione con una ragazza che porta entusiasmo e voglia di vivere. I temi molteplici del testo si sposano benissimo con la storia narrata nella serie.
Una straordinaria coincidenza.
È piaciuto subito ad Alessandro Casale, il regista che peraltro poi ho scoperto essere un mio fan, quindi sono felicissimo. Anche Alessandro D’Alatri , il regista della prima serie, che era un grande amico di famiglia, ricordo che mi aveva chiesto se volevo mettere una canzone mia all’interno della serie perché anche lui ascoltava la mia musica, poi purtroppo se n’è andato. Sapere che c’è una mia canzone nella seconda stagione, nonostante Alessandro non ci sia più , un pochino me lo fa salutare.
Un sorta di tributo.
A me piacerebbe. Mi ricordo quando mi chiamò e mi disse che voleva mettere una mia canzone ma poi alla fine, per una serie di circostanze, non se ne fece più nulla. Una delle cose che mi rende felice è il fatto che comunque questa canzone mi collega un pò anche ad Alessandro che oltre ad esser un grande regista era una persona meravigliosa. Era un uomo che arrivava sul set e anche nella vita quotidiana con il sorriso stampato in faccia, tutti i giorni. Aveva sempre una buona parola per tutti. Questo brano io lo dedico a lui, al grande regista ma anche all’amico di famiglia. Con le figlie ci conosciamo da bambini.
Ha realizzato un altro sogno?
Mettere una canzone in un film o in una serie era un mio sogno, poi il fatto che comunque ci sia anche papà nel cast mi fa piacere, perché nonostante non lavoriamo insieme in questo progetto, comunque c’è qualcosa che ci lega.
Non teme che possano attribuire proprio a suo padre questa sua nuova opportunità?
Le persone dello spettacolo sanno che non è certo un attore a decidere determinate cose, ma i registi e i produttori. Io dentro di me so come sono andate le cose. In questo periodo sto lavorando tanto e dormo pochissimo, quattro ore a notte da tanti mesi. Sto facendo tanti progetti diversi e le persone che mi amano e che si rispecchiano nella mia musica, in quello che faccio, nei messaggi che cerco di portare, sanno quanto sacrificio metto in tutto quello che faccio. Arrivo a casa ogni notte che mi fanno male le ossa ma sono felice di quello che faccio.
Agli haters cosa risponde?
Gli haters adesso mi fanno meno male. Non voglio più essere ferito da dei pregiudizi che esistono nel mondo. Ho sempre detto, perché comunque è normale, che anche a me, magari in altri contesti, mi verrebbe da pensare male di qualcuno se non lo conosco. Ad un certo punto devi però anche pensare un pò a te stesso e capire che una cosa può ferirti se sai che ha delle verità. Papà e mamma in realtà non mi hanno mai aiutato o spinto in campo lavorativo. Io sto continuando e continuerò da solo a costruirmi il mio nome nella musica e adesso anche nella recitazione.
Nel suo caso poi sarà anche una questione genetica.
Non puoi fuggire da quello che sei. Sarei stata una persona infelice se fossi scappato da una carriera artistica perché comunque è quello che sono. Ho avuto tre anni molto difficili e so che ci sono persone che hanno problemi molto più grandi dei miei. Ognuno ha le sue gatte da pelare. Sono stati anni di grande costruzione, di grande sacrificio. Non stava funzionando niente, andava tutto male, poi c’era pure la pandemia, c’erano le delusioni in alcuni contesti musicali, in alcune cose, non entrava niente nonostante io pedalassi.
Come ha superato quel periodo?
Non vedevo niente che andava bene. Però continuavo a lavorare con il sorriso perché poi comunque alla fine il segreto della felicità credo che sia proprio nella voglia di evolvere. Non necessariamente bisogna raccogliere subito dei frutti.
Sta raccogliendo tutto adesso.
Non so se per una questione di allineamenti di pianeti o perchè la vita ad un certo punto ci sorprende e ti dice: va bene ti sei spaccato la schiena adesso ti do qualcosa in cambio. Mi si sono incastrate tutte le cose, è entrato Sanremo, poi questa bellissima cosa di Un professore, è infine iniziamo una nuova carriera da attore, che comunque non è piovuta dal cielo eh! Sono anni che studio recitazione nell’ombra senza parlarne con nessuno. È stato molto faticoso ma adesso sono felice.
Tornando alla serie perchè ti piaceva?
Sono super fan della serie perchè mi ricorda il mio professore di filosofia al liceo che mi ha cambiato la vita e che era molto simile a Dante Balestra (il protagonista interpretato da Alessandro Gassman, ndr). Era molto diverso dagli altri, un amico di tutti noi e ci dava consigli di vita. Mi fece appassionare alla filosofia. Ero un ragazzo ipercinetico all’epoca e mi fece capire che quell’energia che avevo potevo riversarla comunque in altre cose rispetto a fare magari il ragazzo simpatico in classe che prendeva le note per troppa esuberanza. All’ultimo anno, per via di una legge che faceva turnare i professori, dovette lasciarci e mi ricordo ancora che all’ultima lezione si mise a piangere dicendoci che gli sarebbe piaciuto insegnarci la rivoluzione francese e i concetti di libertà. Ci salutò dicendoci di rendere la nostra vita straordinaria.
Sara felice per lei adesso. L’ha più incontrato?
Dopo qualche mese ci dissero che il professore era venuto a mancare in un incidente stradale proprio mentre stava andando nell’altra scuola. Ricordo ancora il suo funerale con centinaia di ragazzi, in particolare uno che era il classico tossichello che tutti mettono da parte perché non vogliono averci a che fare, perché pensano che sia un brutto ceffo. Salì sull’altare e disse: “io vorrei ringraziare il professor Sinisgalli perché, se non fosse stato per lui, oggi non sarei qui perché è stata l’unica persona che ha creduto in me e che mi ha dato la forza di andare avanti” . Era la prima volta che lo sentivo parlare.
C’è un personaggio della serie che le sarebbe piaciuto interpretare?
Sono molto amico di Nicolas Maupas, Domenico Cuomo e Damiano Gavino. Loro tre secondo me sono delle grandi promesse del cinema. Quando si ha un gran talento, e questo traspare dalla loro recitazione, si vede subito ed è il motivo per il quale sono tanto amati dal pubblico.
Non le ho chiesto un giudizio sul cast ma che ruolo le sarebbe piaciuto fare?
Il ruolo di Nicolas è sicuramente interessante ma forse anche quello di Domenico. Stavo prendendo tempo per rifletterci perchè è una domanda difficile. Mi piacerebbe molto interpretare il ruolo di Domenico proprio per mio gusto personale. Un personaggio che esce da un carcere e poi deve ricostruirsi una vita. Capita poi in un contesto così bello come quello della scuola dove insegna Dante Balestra. È un ruolo molto distante rispetto alla vita che ho vissuto e quindi sarebbe molto interessante poter studiare determinati aspetti, ci sarebbe tanto da raccontare e sarebbe molto stimolante a livello interpretativo.
Nel finale di stagione abbiamo visto Nicolás e Damiano darsi un bacio, se dovessi scegliere lei la sceneggiatura del film come farebbe evolvere la loro storia?
Probabilmente la farei evolvere, però sa cosa? Forse poi sarebbe troppo. Probabilmente sarebbe troppo facile farla evolvere, farla diventare una relazione, non lo so, non lo so dire. Non conosco tutte le vicissitudini della seconda stagione.
Potendola scrivere lei rimarrebbero amici o amanti?
Sicuramente un amore omosessuale sarebbe interessante raccontarlo all’interno di un contesto del genere. Sarebbe una cosa importante anche per una questione di rappresentazione della realtà. Io poi avendo studiato comunicazione penso sempre anche a queste cose, alla questione del rappresentare tutte le fasce della società, tutte le cose che esistono e che è giusto che vengano raccontate in una maniera degna e non grottesca come avveniva fino a qualche anno fa, quando si dipingevano certe categorie in una maniera non corretta, come macchiette stereotipate diciamo. Nicolas in questa serie rappresenta l’omosessualità non in una maniera grottesca, non è una macchiettata. Secondo me è importante l’esistenza di quel personaggio ma è importante anche che esistano tanti altri soggetti che appariranno poi nella seconda stagione che prima non c’erano che però daranno comunque lustro e verità alla serie.
Dove ha girato il video?
Ho deciso di fare un playback davanti Colosseo e poi dopo, quando la canzone si evolve, a un certo punto faccio questa camminata dal Colosseo e arrivo davanti alla scuola di Un professore, quella dove hanno girato la serie e dove incontro Domenico, Damiano e Nicolas. Stavano in giro e li ho chiamati, gli ho detto di raggiungermi perchè sarebbe stato carino incontrarci alla fine del video abbracciandoci. Una sorta di abbraccio tra la musica e la serie.
Quanto avete impiegato?
Un’ora e mezza, forse due. Ultimamente lavorando sul set mi posso muovere solo di notte e in alcune fasce orarie o nelle pause. Abbiamo fatto tutto io e Giampiero il videomaker. Abbiamo montato insieme tutte le clip, perchè a me piace tanto montare i videoclip, l’ho studiato all’università. Mi diverte dare ritmo alle clip. Nel video ci sono anche delle immagini della serie, sono andato in post-produzione mentre stavano ancora editando.
Ha scelto lei le immagini della serie da associare alla canzone?
Ho scelto io tra le clip che si potevano usare, stando molto attento ai possibili spoiler. La produzione mi ha dato via libera su determinate scene, circa un’ora e mezzo di girato. Ho tagliuzzato tutto insieme a Giampiero, che è bravissimo col computer. Gli dicevo cosa e in che punto metterlo, mi ha aiutato a farlo in una maniera più veloce.
Quindi ha praticamente fatto anche la regia?
Diciamo di si e mi sono anche divertito a costruire il videoclip. Come spesso succede, anche negli ultimi progetti, mi piace fare tutto sempre e soltanto da solo. A volte mi faccio aiutare per il montaggio. Ma è stato tutto fonte di questa mia testolina.
Guarda il videoclip di Leo Gassmann
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