“Sarebbe stato bello avere con noi nel Salento anche Sting e Bono, ma forse sarebbe stato un pò troppo!” ci risponde umilmente Giuliano Sangiorgi quando gli facciamo notare che nel concerto celebrativo dello scorso agosto all’aeroporto di Galatina, nella loro terra, mancava un tocco internazionale. “Sarebbe stato meraviglioso avere Dolores O’Riordan (voce dei dei Cranberries, scomparsa nel 2015, con cui il leader dei Negramaro incise Senza fiato, ndr), ma sfortunatamente non è più tra noi. Avremmo potuto invitare Bono con cui avrei duettato in With or without you con il mash up della nostra Parlami d’amore mentre con Sting avremmo potuto fare la sua Fragile mischiata alla nostra Mentre tutto scorre oppure Muoio per te con Cade la pioggia. Poi sarei svenuto” fantastica Sangiorgi mentre ci accenna i pezzi citati con la sua inseparabile chitarra.
Un piccolo assaggio di quello che avrebbe potuto essere se solo le due star internazionali fossero salite sul palco del concerto che ha celebrato i vent’anni di carriera della band pugliese. Back home – Ora so restare arriva nelle sale cinematografiche dal 6 all’8 novembre 2023 dopo essere stato presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma. Diretto dal regista Giorgio Testi il documentario mostra anche le numerose giornate di prove con Elisa, Fiorella Mannoia, Samuele Bersani, Niccolò Fabi, Rosa Chemical, Aiello, Samuel Romano, Sangiovanni, e i tanti ospiti che hanno dato vita all’evento musicale salentino.
“Usiamo le nostre radici, che per fortuna non sono stabili come quelle degli alberi, per innestarci nei vari luoghi che viviamo grazie alla musica. Noi ci sentiamo sempre a casa nostra in qualsiasi parte del mondo” ci spiega il bassista Ermanno Carlà. “Viviamo dal primo giorno tutti e sei le stesse giornate, le stesse emozioni, rispettandoci a vicenda. Abbiamo usato la musica come mezzo per vivere e per viaggiare. Fortunatamente le persone cambiano però ci sono dei valori che è importante mantenere ed è quello che ci tiene legati, che ci ha fatto crescere e che ci tiene uniti da venti anni” gli fa eco il chitarrista Emanuele Spedicato.
Finito il trambusto della Festa del Cinema di Roma siamo stati invitati nella casa/studio, a due passi dal Colosseo, di Giuliano Sangiorgi, frontman della band salentina. Un attico pieno di ricordi, oggetti vari, strumenti, tanti premi, tra cui spicca il Premio Domenico Modugno. “Ci sono in giro un pò di ricordi come l’avatar che ha creato Ermanno Carlà per il nostro album La rivoluzione sta arrivando, tridimensionalizzato dal grande Denis Dekovic che mi ha regalato anche uno skate che aveva fatto per Michel Jackson di cui era amico. Ci siamo conosciuti a New York con Lorenzo Jovanotti ed è una persona stupenda adesso è diventato un amico di famiglia. È venuto a trovarci a un nostro concerto nello stadio di Lecce nel 2015. Io gli dissi ‘vieni con la famiglia e rimani nella mia villa al mare’. Quando sono tornato a casa aveva disegnato sulle pareti tre quadri giganteschi dei miei robot preferiti, Goldrake, Mazinga e Gig Robot. Stupendi” ci racconta Sangiorgi mostrandoci orgoglioso la foto dei supereroi dipinti dal direttore creativo di Nike e Adidas.
Gli strumenti sono ovunque, piano, tastiere e numerose chitarre, di ogni genere, compresa la prima chitarra. “È la PSK che comprai quando avevo dodici anni da un ragazzo del mio paese e la pagai ottantamila lire. Poi l’ho venduta e probabilmente fece il giro del pianeta. Ad un certo punto dopo il successo o l’esplosione pacifica dei Negramaro come la chiamo io, un ragazzo di nome Rossano venne a casa e mi disse ‘questa chitarra è tua’. Ed era vero perché c’era proprio tutto quello che avevo lasciato su quella chitarra. Poteva tenersela ed invece me l’ha regalata” ci svela Sangiorgi con il cuore ancora pieno di gratitudine per il bel gesto del fan.
“In casa invece voglio solo un pianoforte e una chitarra classica, sia a Roma che a Lecce. Solo questi due strumenti fondamentali che mi servono la mattina quando mi sveglio e ho voglia di suonare. La canzone con Fabri Fibra che c’è nel finale del film Fino al giorno nuovo, è una versione un pò alla Bach, pianoforte e voce. È nata proprio una mattina in cui mi sono svegliato con quel pianoforte in testa. Avevo l’esigenza di suonarla in quel modo nonostante sia un brano abbastanza articolato che si basa su synth, su un determinato groove e sul rappato di Fibra.
Un pezzo che fa venire voglia di ballare e di liberarsi veramente dei cattivi pensieri” conclude il fondatore dei Negramaro che finalmente – grazie alla proiezione nelle sale cinematografica – potrà abbracciare, anche se virtualmente, il suo amato pubblico che non ha potuto partecipare fisicamente al concerto di agosto.
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