Due scene. Nella prima il mondo cade a pezzi, esplosioni, urla, spari e il canto dolce e timoroso di una bambina. Nella seconda un uomo che, calmo, racconta il suo primo incontro con la morte.
Quando penso ad Arcane le prime cose che mi vengono in mente sono due scene: la scena di apertura della serie, nel primo episodio e la scena di apertura del terzo. Se si volesse, si potrebbe analizzare il valore e il significato che queste due scene hanno, perché sono rilevanti e come influiscono sul resto della serie, ma non sarebbe necessario. Sono semplicemente due meravigliose scene: nel loro orrore, nella loro semplicità, nei loro colori.
Questa è la forza di Arcane: nonostante l’immensa quantità di trame che si intrecciano, personaggi che reclamano il primo piano, temi esplorati, niente è mai confuso, tutto è semplice e semplicemente bello, armonioso.
Ispirato ad un videogioco
Arcane è ispirata ad un videogioco, come, se volessimo comparare, lo è The Last of Us. Tuttavia le due trasposizioni non possono effettivamente essere messe a confronto. Questo perché il videogioco da cui è tratto The Last of Us ha una grande componente narrativa, mentre quello da cui è tratto Arcane, il famigerato e divisivo League of Legends della Riot Games, non ha nessuna storia da prestare ad un adattamento televisivo, solo personaggi. Ma anche i soli personaggi bastano perché i tanti protagonisti di Arcane sono così ben sviluppati da poter brillare in qualsiasi storia si volesse creare intorno a loro. Gli sceneggiatori poi non sono stati pigri, e anche se i personaggi sarebbero bastati, hanno creato una trama multiforme composta da tante singole storie che alla fine si uniscono tutte tramite i personaggi e le loro umane relazioni.
La messa in onda di Arcane è stata particolare: i nove episodi sono stati pubblicati da Netflix a blocchi di tre a partire dal 6 novembre 2021. Questa messa in onda scaglionata, a differenza di altre meno equilibrate e decisamente motivate da fini commerciali (ogni riferimento a Stranger Things 4 è da ritenersi puramente intenzionale) ha effettivamente senso. La trama di Arcane infatti è divisa in tre atti, il primo dei quali è una grande introduzione al mondo della serie.
Il mondo di Arcane è un mondo steampunk, letteralmente, se non si ha familiarità con il termine si pensi ai film di Miyazaki o ad alcuni Disney come Atlantis e Il pianeta del tesoro. La storia è ambientata nella città stato di Piltover, divisa in due tra la parte superiore, ricca, innovatrice, dove si concentra il potere, e quella inferiore, chiamata Zaun, che sotto il controllo dell’antagonista Silco, reclama l’indipendenza da Piltover e dai suoi governanti noncuranti della gravissima situazione di degrado in cui quella parte della loro città si trova. In questo mondo vivono i nostri protagonisti e si sviluppano i temi da loro rappresentati.
Vi e Jinx: la sorellanza.
Loro sono le protagoniste assolute della serie, in primis Arcane è la loro storia. Dopo essere separate all’inizio del primo atto, l’obiettivo delle due sorelle è ricongiungersi, non solo fisicamente ma anche dal punto di vista delle idee e degli ideali che scelgono di seguire, di chi vogliono essere. Vi infatti è l’eroina della nostra storia mentre Jinx rappresenta un’antagonista. Vi è imponente, solida, un colosso mentre Jinx sfugge a tutti, se stessa inclusa, è il caos, è la follia.
Jayce (e Silco): la politica e il conflitto sociale
Jayce è uno scienziato per vocazione, un politico per costrizione. Dopo che alla fine del primo atto crea insieme al suo collega scienziato Viktor una tecnologia magica rivoluzionaria, Jayce si ritrova a scalare malvolentieri i ranghi della politica di Piltover fino a ricoprire uno dei ruoli più importanti nel governo della città. Questa sua nuova posizione porta a tensioni riguardanti sia l’uso della tecnologia da lui ideata sia la lotta contro Silco e la sua violenta rivendicazione di indipendenza.
Viktor (e Jayce): la tecnologia e quando sfugge di mano
Quella di Arcane è una tecnologia magica, una tecnologia blu, come le pietre incantate che la alimentano. Una tecnologia creata da due ragazzi, scienziati, visionari, Jayce e Viktor, con l’intento “di creare la magia”. C’è un’aura di mistero e di pericolo intorno all’arcane perché, in primo luogo, potrebbe finire in mano alle persone sbagliate, ma anche perché forse c’è la possibilità che non si conosca interamente il suo potere, forse, l’arcane non può essere contenuto. La serie esplora questo concetto come sotto-testo fino a quando non è troppo tardi, fino a quando i risultati non sono più trascurabili ma diventano totalizzanti.
Silco (e Viktor e Jayce e Jinx e forse un po’ tutti): Il fine giustifica i mezzi
Arcane ha tanti personaggi con tanti difetti, tuttavia non indica mai chi è buono e chi è cattivo: presenta personaggi complessi che prendono decisioni complesse e lascia giudicare agli spettatori quanto queste decisioni siano accettabili o meno. Quelli che per alcuni sono i pregi di un personaggio per altri sono i difetti. Questa variabilità nel giudizio dei personaggi dipende tutta da una domanda: fino a quando il fine giustifica i mezzi?
Tutti i personaggi di Arcane hanno degli obiettivi e tutti i personaggi sacrificano parte dei loro ideali, più o meno forti in partenza, per raggiungerli. Silco vuole l’indipendenza per Zaun e per i suoi abitanti e il suo mezzo per raggiungerla è il crimine a costo di sacrificare la sicurezza degli stessi abitanti a cui voleva regalare una nazione. Viktor vuole la guarigione e il suo mezzo per raggiungerla è una magia forse non così buona. Jayce vuole un buon governo e il suo mezzo per raggiungerlo è l’intransigenza. Si potrebbe andare avanti ma forse è meglio riassumere il tutto con una battuta: “In the pursuit of great, we failed to do good” (per inseguire la grandezza, non siamo riusciti a fare del bene).
Arcane poi è molto più di questo, ci sono molti altri personaggi, mi duole particolarmente escludere Caitlyn e Mel Medarda, ma purtroppo sono già eccessivamente prolissa. Racconta di amore, di figure genitoriali da cui prendere o non prendere ispirazione, di sopravvivenza, di come a volte le differenze non bastano a dividere, di trauma, di guerra, di fiducia.
Innovazione e riconoscibilità
Dopo questa mio tentato e caotico e probabilmente lungo racconto della trama tornerei all’inizio: Arcane è tutto fuorché confusionaria. Arcane è semplice, armoniosa e Arcane è bella: bella da guardare e bella da ascoltare.
Non sarebbe infatti una recensione completa se non menzionassi l’animazione dello studio Fortiche che sembra un dipinto e che ricorda quella di Spider-Man into (e across) the Spider-Verse non per lo stile ma per l’innovazione, l’unicità, la riconoscibilità. Se non menzionassi la regia e le inquadrature che non si lasciano limitare dall’animazione, ma la sfruttano e la promuovono. Se non menzionassi la musica, composta da colonna sonora e canzoni originali che a forza si fanno notare e diventano protagoniste di almeno una scena ad episodio. E, infine, se non menzionassi i doppiatori che nella versione originale donano potenza e risonanza alle voci dei personaggi partendo dalle due sorelle Vi e Jinx doppiate magistralmente da Hailee Steinfeld e Ella Purnell.
Arcane ha ricevuto svariati riconoscimenti tra cui quello per la “miglior serie animata” agli Emmy 2022 e ha fatto piazza pulita agli Annie Awards (i premi dedicati esclusivamente all’animazione). È disponibile su Netflix.
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