“Sì, è un personaggio solo. Con una differenza che lo rende diverso e forse un po’ ironico nel mondo di Suburra: più che guidato dall’ambizione ha un senso di sopravvivenza unico”. Filippo Nigro parla così del suo Amedeo Cinaglia, personaggio ormai storico della serie Netflix Suburra che torna per Suburræterna – storia originale prodotta da Cattleya e disponibile sulla stessa piattaforma dal 14 novembre dopo l’anteprima alla Festa del Cinema di Roma – che espande ancor di più l’universo nato dell’opera di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini (trasposta anche in un film).
“Sopravvive a se stesso e al potere. Per cui non ha problemi a rivolgersi da una parte e dall’altra, a cercare alleati impossibili che magari vorrebbero ucciderlo. E questo è molto politico, anche se in questa stagione non è più il suo mestiere. Ma questo è il senso stesso della politica, oltretutto molto attuale. Il fatto di credere a degli agganci, a delle possibilità apparentemente impossibili. E questo mi piace del personaggio. Perché non ci sono limiti per lui quando deve arrivare dove vuole” continua l’attore.
Suburræterna e il ritorno di un “nuovo” Spadino
La serie, scritta da Ezio Abbate e Fabrizio Bettelli e diretta da Ciro D’Emilio e Alessandro Tonda, è ambientata nella Roma del 2011. Il governo rischia di cadere, il Vaticano è in crisi e le piazze della città sono letteralmente date alle fiamme. Nel mondo di mezzo Cinaglia (Filippo Nigro) ha raccolto l’eredità di Samurai e, insieme a Badali (Emmanuele Aita), continua a gestire gli affari criminali della città, con l’aiuto di Adelaide (Paola Sotgiu) e Angelica (Carlotta Antonelli), rimaste a capo degli Anacleti, e di Nadia (Federica Sabatini), che le aiuta a gestire le piazze di Ostia. Ma c’è chi questo sistema non lo accetta più, stravolgendo gli equilibri di Roma. Spadino (Giacomo Ferrara) sarà dunque costretto a tornare a casa, per evitare che la sua famiglia venga messa in pericolo.
“È stata una bella sfida” confida Ferrara che in Suburræterna torna nei panni di uno Spadino del tutto inedito. “Quello di Alberto è un personaggio iconico, un po’ nell’immaginario di tutti. Adesso si è spogliato di un po’ tutte quelle cose che l’hanno reso tale e lo troviamo molto più maturo. Come lo sono diventato anche io. Lui ha deciso di essere quello che è, senza filtri, senza nascondersi, senza maschere. Ma Roma lo richiama a sé. E ritroverà dei personaggi che considerava ormai dei fantasmi. Dovrà fare dei compromessi tra quella che è la vita che ha lasciato e quella che vive adesso. In tutta la serie ci sarà quest’ambivalenza”.
Roma, una città difficile da governare
Co-protagonista della serie Roma, teatro e obiettivo delle guerra per il suo controllo che coinvolge tutti i personaggi. “C’è un’immobilismo, una difficoltà a governare questa città. Forse è più facile amministrarla. La stratificazione che c’è a Roma è talmente particolare che è difficile qualsiasi situazione. Fare le Olimpiadi o l’Expo è un problema. Roma è Roma, con pregi e difetti” afferma Nigro a cui fa eco Ferrara. “La Suburra non cambia mai”.
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