Alla fine della terza stagione di Sex Education, la Moordale ha chiuso i battenti. Gli studenti del liceo dove era preside Michael Groff (Alistair Petrie) hanno dovuto dire addio alle vecchie aule fatiscenti dell’edificio che ha accolto il primo consultorio del protagonista Otis (Asa Butterfield), pronti a dare il benvenuto agli open space e ai corsi auto-gestiti della loro nuova scuola. Un cambio drastico per la quarta e ultima stagione della serie Netflix ideata da Laurie Nunn, che dimostra ancora una volta di essere un passo in avanti.
I creatori dello show hanno capito che era arrivato il momento di cambiare pelle per poter parlare in maniera diretta del e al pubblico di oggi. Sia agli spettatori più giovani, sia a quelli cresciuti insieme a Maeve (Emma Mckay), Eric (Ncuti Gwana) Aimee (Aimee Lou Wood) e a tutti gli altri. Consapevoli che il sesso sì, per molti può essere ancora un tabù, ma c’è un mondo intero pieno di persone fluide e di “alleati”, in cui non necessariamente esiste la paura o si viene marchiati con qualche stigma. Un posto con persone queer e transgender, felici di esprimere la propria identità di genere liberamente. E che si approcciano in modo sereno alla sessualità, priva anche di pregiudizi, e ben consci che vivere il piacere è una parte essenziale dell’esistenza, oltre che una delle più divertenti.
Ovviamente è chiaro che l’universo scolastico di Sex Education 4 è l’exploit di discorsi progressisti che, purtroppo, fanno spesso parte di una “bolla” che ci si augura possa scoppiare presto così da diventare la normalità. La realtà, però, ci mostra che siamo ancora lontani. Basti pensare che tantissimi artisti hollywoodiani hanno firmato una lettera aperta contro Ron DeSantis, governatore della Florida, per aver inveito sulle presunte ideologie gender e aver messo al bando libri considerati pro-propaganda LGBTQIA+. Mancavano solo forconi e torce, ed eccoci tornati indietro di secoli.
La serie di Nunn si delinea dunque come un paradiso ideale fatto di lustrini e strass, in cui il patriarcato è stato sconfitto e ci manca poco per mettere fine anche al cambiamento climatico – o, comunque, si tenta di rallentarlo. Ma come in ogni locus amenus, soprattutto se popolato da adolescenti, è scontato che sotto possa nascondersi del marcio, il quale a sua volta ha bisogno di poter trovare una valvola per sfogarsi.
Sex Education 4: la serie finisce, i consigli restano
La quarta stagione di Sex Education ruota intorno alla convinzione che le generazioni del futuro saranno le più aperte, le più smaliziate e accoglienti, ma cerca di costruire anche il proprio racconto evidenziando come non possa esistere un’unica visione delle cose. Tutti sono tridimensionali, e i protagonisti stessi della serie dovrebbero saperlo. E che più che una società perfetta solo in apparenza, ciò che è davvero utile è sapersi mettere in continua discussione, trovando anche nei sentimenti peggiori il carburante per poter crescere e migliorarsi.
Ovviamente i personaggi lo capiranno nel corso delle otto puntate. E lo farà anche uno spettatore a cui dispiacerà dover salutare i protagonisti, ma che – lo dicono gli stessi attori del cast – non poteva continuare a vedere un gruppo di giovanissimi nel corpo di neo-trentenni. Anche se, c’è da ammetterlo, sono i personaggi secondari a trainare la stagione.
Si rimane infatti distanti dal futuro da scrittrice di Meave, come se il pubblico percepisse davvero le migliaia di chilometri che separano gli Stati Uniti, dove sta trascorrendo il suo periodo di studio, dai piccoli sobborghi inglesi in cui è ambientato Sex Education. Così come sentisse la distanza da Otis e dalla sua faida con la rivale O, la nuova entrata Thaddea Graham, trovando maggiore interesse nei rapporti irrisolti con Ruby (Mimi Keene) e nell’incrinatura della sua amicizia con Eric. Per non parlare di Adam (Connor Swindells) e del legame da dover (ri)costruire col padre, per un duo improbabile – e perfetto – che non ti aspetti.
Una pagina della serialità contemporanea che giunge al termine, mantenendo il pregio di essere stata fonte di consigli sul sesso, venendo in soccorso a tanti preconcetti che è riuscita a sfatare. E che nella nuova stagione si addentra nei territori dell’asessualità, delle relazioni poliamorose fino agli orgasmi spontanei. Un’educazione sessuale e sentimentale formato serie tv. Quella che in tante case, scuole e comunità continua a latitare, e che con le sue quattro stagioni Sex Education ha provato a colmare.
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