True Detective: Night Country, il cast: “Il mucchio di corpi congelati? Solo un’altra giornata di lavoro”

"L'abbiamo chiamato ‘corpsicle’", racconta Jodie Foster a The Hollywood Reporter a proposito dell’orrendo ammasso di cadaveri attorno al quale ruota la quarta stagione della serie drammatica Hbo

(Questo articolo contiene spoiler sul secondo episodio di True Detective: Night Country)


Perché sono ammassati l’uno sull’altro? Perché i loro timpani sanguinano? Perché sono nudi e perché tutti i loro vestiti sono così piegati in modo così ordinato vicino a loro? E com’è possibile che uno di loro sia ancora vivo?
Sono tutte domande valide quando si guarda alla scena del crimine congelata attorno cui ruota la trama di True Detective: Night Country. Scoperto per la prima volta alla fine della prima puntata, l’ammasso di cadaveri (con un solo corpo ancora vivo) che apre il secondo episodio emerge come una delle immagini più crude della storia della saga di True Detective, e questa è la stessa serie che ha dato vita al Re in Giallo di Carcosa. 

E per le persone che lavorano alla serie? È stato un giorno di lavoro come un altro.

“Era come guardare quella lampada laggiù”, racconta la star Kali Reis a The Hollywood Reporter, parlando di com’è stato condividere lo stesso spazio con i corpi congelati degli scienziati della Stazione di Ricerca Tsalal. “Era semplicemente… era lì, e così ben fatto, e così sorprendente da vedere”.

Negli episodi precedenti di True Detective

Un rapido aggiornamento sulla situazione a due episodi dalla fine di Night Country: Trooper Navarro (Kali Reis) e Liz Danvers (Jodie Foster) stanno ufficialmente lavorando insieme per risolvere il mistero di cosa sia successo a questi scienziati, trovati congelati e nudi in mezzo al nulla.

Sembra che la loro morte sia legata a un caso irrisolto a cui Navarro e Danvers avevano lavorato insieme: il macabro omicidio di una certa Annie K, una donna indigena la cui morte ha ossessionato Navarro, in particolare, e le ossessioni hanno un significato molto chiaro nel mondo di True Detective, secondo Fiona Shaw, che interpreta Rose Aguineau.

“Il problema dei morti è che a volte vengono perché sentono la tua mancanza, a volte vengono per dirti qualcosa che hai bisogno di sentire, e alcuni vogliono solo portarti con loro”, spiega Rose a Navarro nel secondo episodio. “Devi capire la differenza”.

Il “corpsicle”

Per Reis, perlomeno, è stato utile capire la netta differenza tra i cadaveri nell’universo di True Detective e i “cadaveri” sul set. Per quanto l’immagine degli scienziati della stazione di ricerca Tsalal sia straziante per gli spettatori, per il cast si è trattato di una faccenda piuttosto banale.

“L’abbiamo chiamato ‘corpsicle’ [da “corpse”, cadavere + “popsicle”, ghiacciolo, ndr]”, racconta Foster a THR. “Il primo giorno, non riesci davvero a credere a quello che stai vedendo. Ma il giorno dopo è solo una vecchia scarpa, che sta lì in un angolo. Ci siamo rilassati, abbiamo bevuto il caffè intorno al corpsicle. Dopo un po’, non significava più molto”.

“Bevevamo caffè e parlavamo di football accanto ai cadaveri”, ricorda Reis con una grande risata. “In realtà abbiamo conosciuto i cadaveri prima di conoscere gli attori che li interpretavano. È stato un po’ strano! Ma era così ben fatto che, mentre si scongelava, potevi quasi sentire l’odore”.

Un vecchio caso

Anche per i personaggi di Foster e Reis, il cosiddetto “corpsicle” alla fine viene visto come poco più di una tipica giornata di lavoro.

“Non si possono portare emozioni in quel tipo di lavoro”, dichiara Reis. “Voglio dire, in parte è questo che ha spinto Navarro lì dove si trova, ma devi anche bilanciare l’empatia con il fatto che si tratta di un lavoro. Quindi credo che nella vita reale sia così. E poi, come hai detto tu, anche sul set”.

“L’horror è molto legato all’ansia che abbiamo verso i nostri corpi, il nostro dolore e la nostra sofferenza, la nostra paura, tutto questo”, afferma Foster. “C’è qualcosa di appropriato nel fatto che, anche nel corso di questa scena, dovendo separare il corpo dallo spirito, in questo caso, di questi uomini sono rimasti solo i loro corpi. C’è qualcos’altro di loro che è là fuori”.

Non solo qualcos’altro, ma qualcun altro, a quanto pare. Alla fine del secondo episodio, si scopre che uno degli scienziati, Clark (Owen McDonnell), non fa parte del ‘corpsicle’ e quindi, presumibilmente, è ancora vivo ed è immediatamente in cima alla lista dei sospettati. Per di più, una volta aveva una relazione con Annie K, dando così una piega del tutto nuova a un cold case molto diverso.

Domande e risposte

Per quanto riguarda le domande sulla morte degli scienziati della stazione di ricerca, alcune sembrano avere risposte chiare:

“Perché sono ammassati l’uno sull’altro?”. Per riscaldarsi, data l’ipotermia.

Perché i loro timpani sanguinano?”. Probabilmente per un improvviso calo di pressione.

“Perché sono nudi?” Probabilmente perché l’ipotermia porta al delirio, il che potrebbe anche spiegare quelle che sembrano ferite autoinflitte. 

“… e perché tutti i loro vestiti sono così piegati in modo così ordinato vicino a loro?”. Forse l’assassino li ha piegati.

Per quanto riguarda il “Com’è possibile che uno di loro sia ancora vivo?”, beh, la domanda trova risposta alla fine dell’episodio.

Lasciamo perdere il fatto che uno di loro è sopravvissuto, ma perché Clark è l’unico scienziato che non è stato trovato nel mucchio? Come potrebbe rispondere Denvers: “Non lo so, ragazzo. Inizia a fare domande”.

True Detective è disponibile in Italia su Sky e Now.

Traduzione di Nadia Cazzaniga