Gina Carano cita la Disney per il licenziamento da The Mandalorian in una causa finanziata da Elon Musk

L'attrice sostiene che il colosso dell'intrattenimento l'ha discriminata per aver espresso determinate opinioni su temi scottanti

Gina Carano, dopo gli eventi di The Mandalorian, ha citato in giudizio la Disney e la Lucasfilm per discriminazione e licenziamento illegittimo. In una denuncia depositata martedì 6 febbraio presso la corte federale della California, l’attrice sostiene di essere stata licenziata per aver espresso opinioni di destra sui social media e chiede un’ordinanza del tribunale che costringa la Lucasfilm a risarcirla.

Elon Musk, mantenendo la promessa di pagare le spese legali per gli utenti che sostengono di essere stati discriminati a causa della loro attività sulla sua piattaforma, sta contribuendo a finanziare la causa attraverso X.

In un comunicato, il responsabile delle operazioni commerciali di X, Joe Benarroch, ha dichiarato: “Come segno dell’impegno di X Corp nei confronti della libertà di parola, siamo orgogliosi di fornire un sostegno finanziario alla causa di Gina Carano, consentendole di ottenere la rivendicazione dei suoi diritti di libertà di parola su X e la possibilità di lavorare senza bullismo, molestie o discriminazioni”.

Nel 2021 la Lucasfilm ha annunciato che Gina Carano non sarebbe tornata nella serie di successo dopo aver condiviso un post in cui scriveva: “La maggior parte delle persone oggi non si rende conto che per arrivare al punto in cui i soldati Naxi potevano facilmente radunare migliaia di ebrei, il governo ha prima fatto in modo che i loro vicini li odiassero semplicemente perché erano ebrei. Cosa c’è di diverso dall’odiare qualcuno per le sue idee politiche?”.

I post di Gina Carano

È stato l’ultimo di una lunga serie di post in cui l’ex lottatrice di MMA ha attirato le ire degli utenti dei social media per le sue posizioni considerate di destra su questioni scottanti. Carano, che è stata lasciata dalla UTA in seguito alla controversia, in precedenza ha deriso i mandati governativi che invitavano a indossare maschere durante la pandemia COVID-19 e ha falsamente suggerito che si sono verificati brogli elettorali durante le elezioni presidenziali del 2020.

In una dichiarazione che chiarisce il post su X, Gina Carano ha specificato: “Le mie parole sono state costantemente distorte per demonizzarmi e disumanizzarmi come estremista di destra”.

Secondo la denuncia, Disney e Lucasfilm hanno diffamato Carano per essersi rifiutata di conformarsi ai loro standard su questioni relative a Black Lives Matter, pronomi preferiti e affermazioni smentite di interferenze elettorali.

Mentre sarebbe stata licenziata per le sue convinzioni culturali e religiose, l’interprete sostiene che il gigante dell’intrattenimento ha chiuso un occhio sui suoi co-protagonisti maschili, che avrebbero pubblicato post offensivi e denigratori rivolti ai repubblicani. A tal proposito Gina Carano ricorda il post del 2017 di Pedro Pascal che paragonava l’ex presidente Donald Trump a Hitler.

Secondo la causa, la Disney ha imposto a Carano, che è stata pagata 25.000 dollari per ogni episodio come guest e in seguito ha negoziato un bonus di 5.000 dollari una tantum, di incontrare un rappresentante della Gay & Lesbian Alliance Against Discrimination e ha preteso delle scuse pubbliche. “I convenuti si sono spinti fino a cercare di convincere l’agente pubblicitario di Carano a costringerla a rilasciare una dichiarazione in cui ammetteva di aver preso in giro o insultato un intero gruppo di persone, cosa che Carano non aveva mai fatto”, si legge nella denuncia.

Questioni scottanti

Dopo il suo rifiuto, a Gina Carano è stato detto di incontrare la presidente della Lucasfilm Kathleen Kennedy e 45 dipendenti che si identificano come LGBTQ+, secondo la causa. La donna ha rifiutato e poco dopo è stata licenziata da The Mandalorian e da altri titoli dell’universo di Star Wars, tra cui Rangers of the New Republic, show ufficialmente cancellato. Gina Carano sostiene inoltre che la Disney ha intrapreso una “campagna diffamatoria dopo il licenziamento”, citando l’improvvisa rimozione di un episodio di Running Wild With Bear Grylls.

Sebbene l’episodio sia poi andato in onda, la Disney avrebbe omesso qualsiasi riferimento al suo nome e alla sua immagine nel materiale promozionale.

La causa attribuisce al licenziamento di Carano da parte della Disney la motivazione per cui la UTA e il suo avvocato commerciale l’hanno abbandonata come cliente. Gina Carano chiede un’ordinanza del tribunale che costringa la Lucasfilm a riprenderla e almeno 75.000 dollari, oltre ad altri ulteriori danni punitivi. “Alcuni di noi sono stati ingiustamente individuati, molestati, perseguitati e privati dei loro mezzi di sostentamento perché hanno osato incoraggiare la conversazione, fare domande e rifiutarsi di assecondare la mafia”, ha dichiarato l’attrice in un comunicato.

I dipendenti a tempo indeterminato, che costituiscono la maggior parte dei lavoratori del settore privato, spesso si trovano ad affrontare una strada in salita per ottenere il risarcimento dei danni derivanti da licenziamenti per post online ritenuti offensivi e in violazione delle politiche del luogo di lavoro. A differenza dei dipendenti del settore pubblico, questi lavoratori non sono protetti dalla disciplina prevista dal Primo Emendamento.

Il sostegno di Elon Musk

In merito al finanziamento della causa da parte di X, Gina Carano ha aggiunto: “Sono onorata che il mio caso sia stato scelto per essere sostenuto dall’azienda che è stata uno degli ultimi barlumi di speranza per la libertà di parola nel mondo”.

L’anno scorso Elon Musk si è impegnato a finanziare azioni legali per gli utenti di X che sostengono di essere stati discriminati dai loro datori di lavoro a causa della loro attività sulla piattaforma. L’offerta non prevedeva “alcun limite” per i costi, e Musk ha detto che avrebbe “perseguito anche i consigli di amministrazione delle aziende”.

In un contesto di irrigidimento del Partito Repubblicano su temi quali la politica di genere e la razza, il governatore della Florida Ron DeSantis ha fatto della “responsabilizzazione delle multinazionali” uno dei principali pilastri della sua fallimentare campagna presidenziale.

L’anno scorso ha assunto il controllo del distretto fiscale speciale che controlla lo sviluppo intorno a Disney World, con l’intento di vendicarsi dell’azienda per essersi opposta a una legge che limita le discussioni in base a sessualità e genere.