Pupi Avati sta lavorando per il “bene” del Centro Sperimentale di Cinematografia, ma senza alcun mandato. In un’intervista a Repubblica riguardo al suo ultimo film Dante – selezionato al festival internazionale del cinema di Tokyo – il regista de La casa delle finestre che ridono ha dichiarato inoltre di non “non essere scandalizzato” del cambio dei vertici dell’istituto di via Tuscolana.
“Tuttavia sto lavorando, senza nessun mandato, affinché il Centro torni ad essere il cuore del cinema europeo. Voglio vedere delle persone con dei curricula da paura. E la calma piatta che c’è adesso non va bene”, ha affermato ancora Pupi Avati. Le sue dichiarazioni arrivano dopo una serie di indiscrezioni che vedono selezionato come presidente del CSC l’attore Sergio Castellitto, al cinema il 7 settembre con Valerio Lundini nel film Il più bel secolo della mia vita.
Emergenze in Mostra
Qui alla Mostra, in riva di Corinto, gli studenti e le studentesse del Centro Sperimentale di Cinematografia si sono incontrati per un’assemblea aperta e primo incontro del programma Emergenze in Mostra. Come riportato da THR Roma, nei giorni del festival gli studenti della scuola di via Tuscolana si incontrano per una tre giorni di dibattito aperto l’1, il 2 e il 3 dalle 15.00 alle 17.00.
Durante gli incontri i ragazzi discuteranno dello stato di salute del cinema e del resoconto sulla loro lotta, dopo il blitz del governo che ha esautorato l’indipendenza dell’istituto: “Siamo qui, alla Mostra del Cinema di Venezia, per farci promotori di un dialogo collettivo sullo stato di salute del cinema e della cultura nel nostro paese, invitando in questo spazio associazioni, organi di settore, professionisti per raccogliere iniziative da portare avanti, insieme”.
Il caso Centro Sperimentale
L’11 luglio il governo ha presentato un emendamento al dl Giubileo che prevede una sostanziale “ristrutturazione” del CSC, come segnalato nell’inchiesta di THR Roma.
La proposta di quattro deputati della Lega prevede de facto una lottizzazione del Centro Sperimentale di cinematografia, storica scuola in via Tuscolana e con diverse sedi in tutta Italia. Ma anche la soppressione del ruolo di direttore generale, e quindi la fine anticipata del mandato dell’attuale amministrazione.
Il comitato scientifico dell’istituto, che si occupa della scelta didattica e dei docenti, passerebbe sotto il controllo diretto dell’esecutivo, con nomine delegate a quattro ministeri diversi: tre espressi dal ministero della cultura, uno dal ministero dell’istruzione e del merito, uno dal ministero dell’economia e delle finanze e uno dal ministero dell’università.
La lottizzazione – in una prima bozza – prevedeva nomine da tre dicasteri, aumentate poi a quattro nel corso di un “blitz” notturno dei partiti della destra, che alla vigilia dell’incontro degli studenti con il presidente della commissione cultura Federico Mollicone hanno riformulato l’emendamento aggiungendo un ministero assegnato a Forza Italia, con il proposito di assicurarsi una solida maggioranza in aula ossia scongiurando una loro eventuale astensione.
Gli studenti della scuola, già in presidio permanente del loro istituto in protesta alla lottizzazione, hanno poi organizzato lo scorso 25 luglio un sit-in davanti a Montecitorio, chiedendo di avere un incontro con Mollicone e con il ministro della cultura Sangiuliano, senza però ricevere alcuna risposta.
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