Johannes Wirix: “Comandante farà conoscere un episodio del fascismo che vede coinvolto il mio paese”

Per il suo debutto nel cinema l'attore belga ha scelto l'Italia e il film di Edoardo De Angelis con Pierfrancesco Favino che apre Venezia 80. La video-intervista con THR Roma

Arriva alla Mostra di Venezia assolutamente vergine. Il suo primo ruolo nel mondo del cinema Johannes Wirix, 26 anni, attore di teatro belga, lo ha avuto nel nostro paese grazie al Comandante di Edoardo De Angelis, il film che apre l’80esima edizione del Festival. Un debutto inaspettato per questo giovane, biondo e altissimo ragazzo che si presenta nei nostri studi di Venezia elegantissimo (total black & white Valentino). Un ruolo che arriva dopo aver studiato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico di Roma perché innamorato del nostro Paese, della cultura e ovviamente del cibo.

Vorrebbe continuare a lavorare in Italia perché ama il nostro modo di fare cinema e gli piacerebbe essere diretto da Matteo Garrone e Paolo Sorrentino: “So che il mio italiano non è ottimo, ma nel vostro paese mi sento a casa e mi piacerebbe molto lavorare ancora in Italia perché avete una cultura che è imparagonabile con altri posti. La grande bellezza è un film che guardo continuamente e che continua ad emozionarmi”, ci risponde Johannes durante la video-intervista nel quartier generale di THR Roma in laguna.

Nel Comandante Johannes Wirix ha in sorte l’onore e l’onere di interpretare Jaques Reclercq, primo ufficiale del mercantile belga affondato dal comandate Salvatore Todaro. Unico tra i commilitoni del paese avversario a parlare italiano. Unico che sembra condividere con l’eroe italiano, interpretato da Pierfrancesco Favino, l’amore per qualcosa che non sia ideologia o la guerra. Guerra che non avrebbe mai voluto fare. Un ruolo difficile in cui Johannes dà i toni gravi del naufrago speranzoso e disperato, ma anche di chi sa sorridere insegnando ad un napoletano della fazione opposta come fare bene le patatine fritte. Gioca continuamente su registri diversi, doppiamente alieno: per i suoi connazionali perché troppo colto e proveniente da una famiglia agiata, per gli italiani per via della sua nazionalità.