Songs for a Passerby, l’esperienza in realtà virtuale di Celine Daemen, ha conquistato Venice Immersive e la Mostra del Cinema di Venezia, portando a casa il Gran Premio Venice Immersive. L’installazione è un’opera malinconica e delicata, ispirata alla poesia The Eight Elegy del poeta ceco Rainer Maria Rilke: un viaggio nei momenti e nella frenesia dell’incomunicabilità umana.
La presidente di giuria Singing Chen, accompagnata dai giurati German Heller e Pedro Harres sul palco del Palazzo del Cinema, ha poi assegnato il Premio Speciale della Giuria Venice Immersive al progetto Flow, un’esperienza creata da Adriaan Lokman e che racconta la vita di una donna attraverso uno spettacolo di luci che rappresentano le correnti d’aria, in una notte di vento.
L’ultimo premio per la sezione Venice Immersive, che si è svolta al Lazzaretto Vecchio del Lido di Venezia, è il Premio per la Realizzazione, assegnato dalla giuria all’opera Empereur (Emperor) di Marion Burger e Ilan Cohen.
L’esperienza VR immerge gli spettatori nel cervello di un padre affetto da afasia, e di una figlia che non riesce più a comunicare con lui. Burger, sul palco, ha dedicato l’esperienza a suo padre e alle persone che soffrono di afasia.
Il futuro di Venice Immersive
“Nessun grande festival ha una sezione competitiva dedicata alla realtà virtuale”, ha dichiarato il direttore creativo della Mostra del Cinema di Venezia Alberto Barbera, che in un’intervista a The Hollywood Reporter Roma ha parlato della sezione VR come un “successo”.
La presenza di un riconoscimento alle opere d’arte realizzate attraverso la VR e la realtà estesa, cosiddetta XR, è in effetti una scelta molto interessante da parte della kermesse, che si pone quindi l’obiettivo di sperimentare sul futuro del cinema e dell’intrattenimento. Un ideale ampiamente dimostrato anche dalla presenza durante la Mostra di Aggro Dr1ft, ultimo film di Harmony Korine, realizzato con telecamere a infrarossi e con l’intelligenza artificiale usata in post-produzione.
“A Venezia siamo stati dei pionieri. Non vedo perché dovremmo gettare la spugna, lasciando ad altri il compito”, ha incalzato ancora Barbera parlando del futuro della sezione VR. Venice Immersive riceverà quindi supporto nei prossimi anni, almeno “fino a quando la Biennale non cambierà idea, o io non sarò più qui”, conclude il direttore.
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