Nella sola giornata festival del 1° novembre C’è ancora domani, il film d’esordio alla regia di Paola Cortellesi, secondo il box office ha incassato 1.170.460 €, raggiungendo così un totale di 3.496.609 €. Non è peregrino pensare che alla fine di questa settimana possa essere arrivato a sei milioni, con ancora un bel po’ di strada da fare.
Per dare l’idea dell’importanza del risultato a cui giungerà il film della Cortellesi basti dire che il maggiore incasso italiano del 2022 è stato La stranezza con 5.455.681 € e la produzione italiana che è andata meglio al botteghino nell’ultima stagione è stata Il grande giorno, l’ultimo film di Aldo, Giovanni e Giacomo con 7,2 milioni di euro seguito a ruota da Le otto montagne con 6 milioni tondi. Essendo usciti entrambi il 22 dicembre 2022 la cifra è spalmata tra due anni solari, mentre sono senza dubbio i maggiore incassi italiani della scorsa stagione.
Detto ciò, torniamo a Paola Cortellesi, che dal 2011 a oggi, salvo rarissime eccezioni, è una vera e propria sicurezza per le casse del nostro cinema quando ha un ruolo da protagonista. Quella che nello star system hollywoodiano definirebbero, con una certa rozza efficacia, una star “bankable”.
Il segreto del suo successo è dovuto prima di tutto al suo talento, frutto di una lunga gavetta tra teatri off prima e televisione dopo, ma anche di rapporti professionali che hanno contribuito nel corso degli anni a formare la sua voce artistica e civile.
Massimiliano Bruno, Riccardo Milani, il compianto Mattia Torre, e tra i colleghi attori Valerio Mastandrea e Antonio Albanese.
Paola Cortellesi è in questo momento per il cinema italiano quello che negli anni Ottanta sono state a Hollywood Jane Fonda, Goldie Hawn e Barbra Streisand, donne di grandissimo talento che non avevano alcun timore nel confrontarsi con un’industria che era maschilista e tossica, e di esempi se ne potrebbero fare non pochi, a partire dalla leggendaria Paramount di quegli anni. Ma questa è un’altra storia.
Da Nessuno mi può giudicare di Massimiliano Bruno, clamoroso e inaspettato successo del 2011, fino alla cronaca di questi giorni, l’ascesa di Paola Cortellesi è stata costante. Adesso la aspetta la prova più difficile, quella della seconda regia, ma per pensarci c’è tempo e poi, come insegna Troisi, si può sempre ricominciare da tre. Importante è capire come ha costruito questo percorso e quanto abbia impattato negli anni la sua crescente popolarità presso il pubblico anche sull’industria, sottolineando che in un mercato come quello americano figure attoriali capaci di ripetuti exploit al box office sono molto più di semplici volti, ma aziende a tutto tondo.
Basti ricordare Tom Cruise, a cui tutto il mondo del cinema ha riconosciuto il merito di avere salvato la sala cinematografica grazie a Top Gun: Maverick. Non è stato un colpo di fortuna, ma il risultato di una carriera quarantennale durante la quale l’attore ha vissuto anche momenti non facili dai quali si è sempre risollevato grazie a programmazione, professionalità e uno studio scientifico del mercato. Lezioni che non valgono solo per Hollywood, come insegna un’industria florida come quella francese, dove esiste uno star system che porta il pubblico in sala.
Nessuno mi può giudicare (2011)
Film d’esordio di Massimiliano Bruno, attore, autore teatrale e anche sceneggiatore in compagnia dei suoi colleghi di scrittura Fausto Brizzi e Marco Martani, con cui firma alcuni dei Cinepanettoni Boldi-De Sica di maggiore successo e poi il dittico di Notte prima degli esami, uno dei più fortunati casi cinematografici italiani degli ultimi 20 anni. Quando fa il salto alla regia, Bruno si affida a Paola Cortellesi come protagonista di questa commedia in cui una benestante signora cade in disgrazia a causa degli impicci del marito. Si ritrova a vivere in borgata e per tirare avanti si inventa escort tutta da ridere.
Il film incassa sugli 8 milioni di euro e Paola Cortellesi vince il David per la migliore interpretazione femminile, il primo e al momento anche l’unico, anche se non per molto crediamo.
C’è chi dice no (2011)
L’8 aprile 2011, tre settimane dopo l’uscita di Nessuno mi può giudicare, arriva nelle sale il primo film in solitaria di Giambattista Avellino, che precedentemente aveva coadiuvato Ficarra e Picone ne Il 7 e l’8 e La matassa. Commedia corale, vede la Cortellesi al fianco di Luca Argentero e Paolo Ruffini. Incasso di 1.867.000 € che lo pone comunque nella Top 100 degli incassi dell’anno.
Un boss in salotto (2014)
Passano tre anni per rivedere Paola Cortellesi al cinema, una strategia vincente ripagata dal successo del film di Luca Miniero, reduce da due opere campioni d’incasso come Benvenuti al Sud e il seguito Benvenuti al Nord. Il 2014 è uno degli anni più difficili per il box office in Italia dell’ultimo decennio, ma il film si conquista la seconda posizione assoluta nell’anno solare, anche grazie alla strategica uscita del 2 gennaio, incassando 12,3 milioni di euro.
Sotto una buona stella (2014)
Carlo Verdone, uno che ha sempre saputo scegliere le partner femminili dei suoi film, ci vede lungo e sceglie Paola per fare coppia con lui in questa commedia romantica e degli equivoci. Il film esce il 13 febbraio e anch’esso gode di un successo notevole, fermandosi giusto a qualche lunghezza dal film di Miniero, uscito un mese e mezzo prima: porta a casa 10,3 milioni di euro.
Scusate se esisto! (2014)
Arriviamo alla fine dell’anno, il 20 novembre per l’esattezza, quando arriva nelle sale questa commedia molto sociale che racconta l’epopea di un’architetto che decide di tornare a lavorare in Italia dopo un periodo passato all’estero costellato da molti successi. Cosa che non accade una volta tornata nell’amata patria, dove è costretta a farsi passare per… un uomo.
Diretto da Riccardo Milani (che per dovere di cronaca ricordiamo essere il compagno di Paola Cortellesi, all’epoca già da anni), è questo soprattutto il primo film sceneggiato dall’attrice insieme al regista e a Giulio Calenda e Furio Andreotti, che con lei firmano anche la sceneggiatura di C’è ancora domani (quando si dice basi solide e programmazioni, parliamo di 9 anni fa). Non è l’inizio di un percorso, il desiderio di fare una commedia che rispecchi la società era già evidente in Nessuno mi può giudicare e C’è chi dice no, black comedy su precariato e baronati.
Da qui, però, il sentiero che Paola Cortellesi decide di percorrere diventa evidente. Incasso: 5,4 milioni di euro
Gli ultimi saranno gli ultimi (2015)
Torna a girare con Massimiliano Bruno in un film che avrebbe meritato molta più fortuna, la storia di Luciana Colacci, donna onesta che chiede solo di poter lavorare e che quando si vede privata del suo impiego e, soprattutto, della sua dignità, si vede costretta a un’azione disperata.
Cortellesi è nuovamente sceneggiatrice (sempre con Calenda e Andreotti, oltre che Bruno) e il personaggio della donna remissiva che si trasforma in una paladina dei diritti prende sempre più forma. Il film incassa 2,5 milioni di euro, è commercialmente uno dei lungometraggi di minore successo dell’attrice, ma al contempo uno dei più importanti all’interno del suo percorso.
Qualcosa di nuovo (2016)
Ancora meno bene va Qualcosa di nuovo, commedia in cui divide la scena con Micaela Ramazzotti, dirette da Cristina Comencini. Storia di due amiche che incontrano un giovane diciannovenne che minerà le loro certezza e metterà a rischio il loro stesso rapporto, è un film gradevole che però non riesce a fare breccia nel pubblico, con poco più di 2 milioni di euro incassati. C’è da dire una cosa però: tutti questi film hanno incassato almeno, euro più euro meno, 2 milioni. Non sono molti gli attori italiani oggi che possono vantare un simile record.
Mamma o papà? (2017)
Con questo film si forma una delle coppie più fortunate del cinema italiano, quella composta da Paola Cortellesi e Antonio Albanese. Remake di una commedia francese di due anni prima, il film racconta dei tentativi da parte di una coppia che si sta separando di non accollarsi l’affidamento dei figli. Storia cinica raccontata con grande equilibrio e sarcasmo, e interpretata magistralmente dai due protagonisti, Mamma o papà?, ci offre anche agio di fare un po’ di conti più approfonditi.
Costato sui 6 milioni di euro, il film usufruisce di 851.000 € di contributi selettivi di produzione e 193.000 per la distribuzione, incassando 4,5 milioni di euro al botteghino. Tutto questo al netto delle vendite televisive in chiaro, satellite, home video, digital e piattaforme. Insomma, decisamente un buon affare.
Come un gatto in tangenziale (2017)
Alla fine dell’anno esce un altro film interpretato dalla coppia Cortellesi-Albanese che si rivela un successo incredibile. Quasi 10 milioni d’incasso, a fronte di un budget di 7,5 e un contributo di circa 350.000 € da parte del ministero. Ottime vendite internazionali e per tutti gli altri sfruttamenti, ma soprattutto la creazione di un personaggio, Monica che vive a Bastogi, uno dei luoghi più degradati di Roma, che dietro il suo fare coatto nasconde un’animo fragile e una forza di volontà inarrestabile.
Questo è un punto di svolta per Paola Cortellesi, è qui che forma definitivamente il “suo” pubblico, quello che adesso la sta premiando per C’è ancora domani.
La Befana vien di notte (2018)
Paola Cortellesi non ha ovviamente timore di affrontare i generi. In questo caso un fantasy family diretto da Michele Soavi e firmato da Nicola Guaglianone, film di Natale che la fa diventare anche una beniamina dei bambini, cosa da non sottovalutare dato che il principale competitor nei giorni di maggiore affluenza per C’è ancora domani è proprio un titolo family, il film dei Me contro Te, a cui sta tenendo testa perché la Cortellesi piace anche al pubblico dei giovanissimi.
La prova sono i 7,7 milioni di euro di incasso di questo film (a fronte di un budget di 6 e poco più di 400.000 di contributi ministeriali) e le ottime vendite internazionali, che comprendono anche mercati importanti come Stati Uniti e Gran Bretagna.
Ma cosa ci dice il cervello (2019)
Parlando di genere, qui Paola Cortellesi, sotto la regia di Riccardo Milani, si cimenta addirittura nell’action, ma sempre in forma di commedia civile. Una moglie e madre dall’identità segreta, dato che è in realtà un agente speciale dei servizi segreti italiani, decide di mettere le sue abilità al servizio della giustizia sociale, punendo tutti quei comportamenti che vanno contro il civile vivere comune.
Costato 8,6 milioni, con 2,2 milioni recuperati grazie al Tax Credit di produzione e circa 400.000 come contributi automatici, ne incassa 5,1 e può contare anche su discrete vendite internazionali.
Figli (2020)
Questo doveva essere il primo film in solitaria di Mattia Torre. Il primo di tanti, speravamo tutti. Non è successo, ma Mattia sta tutto dentro questa storia, interpretata con amore da Paola Cortellesi e Valerio Mastandrea. Uscito il 23 gennaio del 2020, il film incassa 3,2 milioni di euro (budget di 5,4, di cui 1,4 coperto dal Tax Credit), ma soffre naturalmente l’arrivo del Covid, altrimenti avrebbe incassato molto di più, perché già dai primi giorni aveva avuto un passaparola incredibilmente positivo.
Ritorno a Coccia di Morto (2021)
E per concludere, possiamo affermare che Paola Cortellesi ha anche creato una PI (Proprietà Intellettuale) tutta italiana. Monica torna per Come un gatto in tangenziale 2, perché le donne come lei di storie da raccontare ne hanno tante, e magari se andassimo a scavare nell’albero genealogico potremmo scoprire una parentela con Delia, la protagonista di C’è ancora domani, svelando l’esistenza del Cortellesiverse. Nel momento peggiore del Covid il film va al cinema e incassa 3,2 milioni.
Tirando le somme, con questi tredici film Paola Cortellesi ha portato al box office italiano circa 77 milioni di euro, praticamente una media di 6 milioni a film, un record che davvero pochi, forse nessuno, in Italia può vantare in questo momento. E su cui produttori, distributori, esercenti, ma anche agenti e uffici stampa, dovrebbero riflettere molto attentamente.
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