Nessuno di noi si meritava che il primo gennaio divenisse il giorno dello snaturamento grottesco delle icone della cultura popolare. A nemmeno dodici ore dal suo arrivo nel dominio pubblico, il Topolino di Steamboat Willie è già diventato l’assassino di un film e la nemesi di un videogioco survival horror. Quest’ultimo, Infestation 88, vede un disinfestatore risolvere un’infestazione di topi particolare e si ispira a Five Nights at Freddy’s e all’orribile Winnie-the-Pooh – Sangue e miele, il film che per primo ha sfruttato i personaggi del Bosco dei cento acri dopo la liberalizzazione di – alcuni – loro diritti.
Il trailer di Infestation 88 comincia con un disclaimer: “Tutto ciò che è contenuto in questo gioco è sfruttato secondo delle linee guida sul pubblico dominio adeguate, e non è affiliato con, legato a, o sostenuto da alcuna esistente proprietà intellettuale o alcun detentore di diritti”. È facile dedurre che gli sviluppatori di Nightmare Forge Games abbiano fatto diverse chiacchierate con un avvocato prima di imbarcarsi in Infestation 88.
Topolino è il simbolo della più grande e potente casa d’intrattenimento al mondo e di conseguenza è stato il simbolo stesso del copyright americano. Per molti anni, la Disney ha dato battaglia a qualsiasi utilizzo illegale dei suoi marchi: solo nel 2005, l’azienda fece causa per violazione di copyright più di 140 volte. Nell’1989 minacciò di portare in tribunale degli asili della Florida che avevano Topolino, Minni e Pippo dipinti sulle pareti (gli asili li sostituirono con Scooby-Doo e altri personaggi concessi dalla Hanna-Barbera, che approfittò della pubblicità gratuita offerta dalla Disney). Il celebre Cinema dei piccoli di Roma – riconosciuto dal Guinness World Record come il cinema più piccolo del mondo – si chiamava “Casa di Topolino” prima che arrivasse una diffida da oltreoceano.
La legge che regola il diritto autore per le opere americane è la Sonny Bono Copyright Term Extension Act del 1998, conosciuta più semplicemente come la Mickey Mouse Protection Act, perché nata in seno a una vigorosa attività di lobbying da parte della House of Mouse.
Questa legge allungò di vent’anni il periodo di sfruttamento per le opere precedenti al 1978, portandolo a 95 anni dalla pubblicazione: per Steamboat Willie il periodo si è concluso col 2024. Parliamo di opere “di paternità societaria”, ovvero nate per impulso di un’azienda o di un’istituzione, una definizione che da sola racconta le differenze tra cinema americano e cinema europeo. In sostanza, per gli americani l’autore originale di un film è la casa di produzione. In Italia, invece, gli autori sono il regista, gli autori della sceneggiatura e del soggetto, e il compositore della colonna sonora. Assieme cedono i diritti di sfruttamento – li vendono – al produttore.
Le leggi sul diritto d’autore sono complicate e spesso di difficile interpretazione e applicazione. In Italia, il diritto d’autore si divide in diritti patrimoniali e diritti morali. I primi sono quelli “di sfruttamento”, che cioè permettono un guadagno economico tramite l’utilizzo della proprietà intellettuale. Sono cedibili e la loro tutela scade settant’anni dopo la morte dell’autore originale, un lasso di tempo che è riconosciuto e applicato in tutta l’Unione Europea.
I diritti patrimoniali sono tutelati internazionalmente dal Trattato di Berna. I paesi firmatari riconoscono i termini di sfruttamento fissati dalle leggi dei paesi di provenienza delle opere. Ovvero, anche noi italiani possiamo sfruttare il Topolino di Steamboat Willie solo oggi, perché su quel personaggio l’Italia riconosce i termini di sfruttamento americani.
Infestation 88 e Winnie-the-Pooh – Sangue e miele possono sfruttare economicamente Topolino e Winnie the Pooh perché i loro diritti di sfruttamento si sono conclusi nel paese d’origine e i personaggi fanno ora parte del dominio pubblico. Non solo: la scadenza dei diritti di Steamboat Willie vi permette di organizzare una proiezione a pagamento del cortometraggio (bisogna vedere chi è disposto a pagarla, dato che si trova facilmente su Youtube).
I diritti morali, invece, sono invece inalienabili e perpetui. Permettono all’autore, o ai suoi eredi, di tutelare la paternità e l’integrità di un’opera, e quindi di “opporsi a qualsiasi deformazione, mutilazione od altra modificazione dell’opera stessa, che possano essere di pregiudizio al suo onore o alla sua reputazione”. Non sono armonizzati nell’Unione Europea, e rendono difficoltosa qualsiasi nuova interpretazione di personaggi che potrebbe ledere “all’onore” dell’autore originale. Se Walt Disney fosse stato italiano, Infestation 88 sarebbe stato forse più complicato da sviluppare.
Anche rimanendo negli Stati Uniti il caso di Topolino è più complicato: non è Topolino ad essere entrato nel dominio pubblico, è Steamboat Willie – insieme a L’aereo impazzito, il primissimo corto della serie ad essere prodotto, che conteneva anche la prima apparizione di Minnie.
Questo significa che la legge tutela gli sfruttamenti del cortometraggio e dei suoi personaggi per come appaiono nel cortometraggio. Qualsiasi altro Topolino, ovvero qualsiasi altra versione di Topolino – quello col pantaloncino rosso, per dire, o anche solo quello coi guanti bianchi, che in Steamboat Willie non ci sono – appartiene alla Disney. Per lo stesso motivo, il film Winnie-the-Pooh – Sangue e miele non poteva utilizzare il personaggio di Tigro, che è diventato di pubblico dominio solo quest’anno, avendo fatto il suo debutto nel secondo libro della serie.
Non solo: Topolino è un marchio registrato della Disney. Perciò, la Disney potrebbe denunciare qualsiasi azienda che la società ritiene stia utilizzando Topolino per fingersi la Disney. Se mai doveste avere voglia di aprire un tour in traghetto a tema Steamboat Willie, dovrete assicurarvi in tutti i modi che i passeggeri capiscano che voi non siete la Disney.
Il passaggio al dominio pubblico di Steamboat Willie apre le porte a un orizzonte quasi inesplorato. Mai era successo che un personaggio audiovisivo così iconico – ancora capace di generare grandi entrate economiche – passasse al dominio pubblico. È facile immaginare che ci saranno cause.
Il nuovo millennio è stato per la cultura pop l’era del remake, del reboot, del riutilizzo creativo delle proprietà intellettuali. Nel giro di qualche anno, molti dei simboli dell’animazione americana saranno di dominio pubblico: l’anno prossimo sarà il turno di Braccio di ferro. Al prezzo di sorbirci i trailer degli instant-horror del primo gennaio, ne vedremo anche delle belle.
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